Petr Verchovenskij, guidato ideologicamente dal demoniaco Stavrogin, è a capo di un'organizzazione nichilista e lega i suoi seguaci con una serie di delitti. L'ultima vittima è Satov, un ex-seguace convertitosi alla fede ortodossa. Per coprire il delitto Petr obbliga Kirillov a scrivere una lettera di autodenuncia, prima di suicidarsi. Altri delitti, apparentemente immotivati, seguono e solo il suicidio di Stavrogin che si impicca nella soffitta del suo appartamento, sembra pore fine all'azione di questi "demoni.
E' stata una lettura molto impegnativa, ma che ho fatto per la seconda volta in diversa edizione: quest'edizione è ottima dato che ricostruisce le ragioni per cui Dostoevkskij si accinse a questo lungo romanzo. E' un romanzo molto particolare: le prime 2 parti sono un elenco di personaggi goffi e ridicoli eccetto il Demonio, Stavrogin: soltanto nella terza parte avvengono le cose gravi. Stavrogin è un Demonio che ha influenzato senza volerlo e senza chiedersi che cosa sia bene o male Stepanovic, che poi ha influenzato altri Demoni, tutti quelli che compaiono nel romanzo sono dei Demoni, perché tutti subiscono l'influenza di Stavrogin... ma chissà perché sia lui che Stepanovic sono diventati così meschini? Ho pensato perché non hanno mai avuto una famiglia e una vera educazione. Sono tanti i livelli di lettera di questo romanzo e io voglio dire questo.
Gabriele - 13/07/2005 23:59