"La storia principale che si racconta nei Malcontenti è la storia della relazione tra due ragazzi poco meno che trentenni, che appena usciti dall'università e dallo spaesamento post universitario provano a entrare, come si dice, nel mondo, e provano a farlo senza far saltare per aria la loro relazione, ed è la storia di come questa relazione poi alla fine salta per aria quando i due si mettono a lavorare insieme a un festival che si chiama Festival dei malcontenti (al quale dovrebbero partecipare quelli che non sono contenti dello status quo). Questa storia viene raccontata da uno che abita sotto di loro, che di quella relazione, di quell'entrata nel mondo e di quell'esplosione, vede in un certo senso solo i riflessi, i raggi che partono da quell'appartamento e che arrivano fino a lui in forma di suoni, rumori, umori, confessioni, reticenze e richieste d'aiuto. Intorno a questa vicenda si muovono, nel libro, diverse altre cose, la principale delle quali, mi sembra, è la messa a fuoco dello stato non tanto di una generazione, come verrebbe da dire, ma di più generazioni, di quelli che vanno in giro, oggi, in Italia, avendo tra i 25 e i 45 anni, e che si potrebbero definire, con approssimazione, i malcontenti" (Paolo Nori).
La scrittura di Paolo Nori al primo approccio può risultare spiazzante. Il suo modo di scrivere è solo apparentemente semplice. La storia si snoda per una Bologna lontana da quel centro molto storico e molto animato per immergersi in una città più vicina a chi vi abita per raccontare le vite dei loro abitanti attraverso i piccoli gesti quotidiani.
Leggetelo!!!
Patrizia Dellavalle - 19/09/2013 11:46