La redazione definitiva dei Promessi sposi uscì tra il 1840 e il 1842. Un romanzo per più aspetti "scandaloso": in primo luogo per la lingua nuova in cui è scritto, mossa e varia come mosse e varie sono le occasioni della trama, cui il linguaggio si piega senza mai rompere la propria sostanziale unità. "Scandaloso" è poi tutto il romanzo, con la sua pretesa di far assurgere a protagonisti personaggi anonimi che da sempre la storia trascura e dimentica. "Scandaloso" infine, questo romanzo cattolico, anche per quella sua maniera di esaminare il mondo ecclesiastico senza indulgenze, di scoprire e rivelare il male anche nei conventi e di dimostrare che un prelato è davvero alto non quando ricopre un'alta carica o discende da una famiglia illustre, ma quando questi privilegi sono messi al servizio degli altri. Introduzione di Gabriella Mezzanotte e postfazione di Italo Calvino.
Ho potuto constatare che, anche a distanza di anni, i ricordi di una lettura scolastica sanno ritrovare la giusta collocazione. Dall'altra, l'emergere di particolari e personaggi secondari mi ha stupito. La vicenda, osservandola con maggior vaglio critico, l'ho trovata però un po' farraginosa, e tolte alcune zeppe, in definitiva a metà libro comincia a girare un poco a vuoto. Certo, che bella prosa. Niente mi convertirà all'uso del congiuntivo imperfetto in luogo del condizionale composto... ma quando parla il Cardinale Borromeo, come tutto si eleva!
E' presente in postfazione un piccolo saggio di Italo Calvino, al solito preciso e illuminante.
antonio bindi - 12/02/2018 21:29