Syffo, Merlo, Cardù E Brindilla, quattro piccoli orfani, crescono nel podere della vedova Tarron, lungo le rive del Brune. Il loro mondo è "un'entità caotica da domare giorno per giorno", l'unica cosa su cui possono contare è una ciotola di minestra di rape la sera. Monelli selvaggi, costretti a lottare e a ingegnarsi in mille modi per sopravvivere, a modo loro sono felici. Fino a un soleggiato giorno d'estate dell'anno 621, quando a Corna-Brune giunge la notizia della morte del re Bai Solistero, primo e ultimo sovrano del Regno-Unificato. Ai quattro ragazzini sembra un evento lontano, che non potrà influire sulle loro vite. Ma anche loro si rendono presto conto che l'atmosfera in città si è fatta più cupa e violenta. E in questo clima che Syffo, sorpreso a rubare una frittella, per salvarsi si trova costretto a lavorare per il temutissimo Hesse, prima-lama dell'Alto-Brune. Sarà di volta in volta servitore, spia, apprendista chirurgo, conoscerà il carcere, la fuga, il tradimento. Accusato ingiustamente di stregoneria e di omicidio, non avrà che una scelta: abbracciare la dura vita del guerriero.
Ringrazio, in primis, Oscarvault Mondadori per avermi dato l'opportunità di leggere questo libro.
Il romanzo parla in prima persona ciò che il nostro protagonista, Syffo, vive nei 5 anni successivi al compimento dei suoi 8 anni.
La scrittura sia molto scorrevole, ma l'autore si perde nella maggior parte. Il libro parte con troppe descrizioni di world building che potrebbero essere sparpagliate durante il racconto e di descrizioni che sono difficili da decifrare, portando il lettone a trovare il continuo della lettura molto duro.
La caratterizzazione dei personaggi è lineare per pochi e porta ad empatizzare col protagonista sulle vicende a loro legate.
Ma nonostante ciò aspetterò l'uscita del secondo libro per leggerlo sicuramente.
Il bambino di polvere
annaballi - 20/02/2021 13:58
3/
5
Il mondo che Patrick Dewdney crea è molto ben costruito, soprattutto la storia del Regno-Unificato è interessante perché tratti temi molto attuali, come per esempio l'immigrazione. I personaggi sono realistici, anche quelli più secondari. Syffo è, in quanto protagonista, quello meglio caratterizzato, ma ho trovato anche alcuni personaggi a lui più vicini altrettanto ben descritti. Ho trovato la scrittura non troppo scorrevole (registro alto, periodi complessi), anche se di buon livello, e la parte centrale del libro è troppo lenta: la narrazione si blocca quasi totalmente e si concentra per troppi capitoli sull'addestramento e sullo stato d'animo di Syffo, che sarebbe stato chiaro ed efficace anche con meno pagine dedicate. Ciò non toglie che aspetto con ansia la traduzione del secondo libro, che leggerò sicuramente.
gabriellacapezzuto - 24/02/2021 16:43
annaballi - 20/02/2021 13:58