Il Gomito del Francese è un territorio venti miglia a sud-est di Jefferson, Missouri, spartito "in tanti piccoli poderi ipotecati e miserabili", con il cotone a fondovalle e il granturco sulle alture. 'Dominus' del luogo è Will Varner, il latifondista-usuraio dagli "occhietti duri e lustri", proprietario della scuola, della chiesa, dell'emporio e di una trentina di case. E sue emanazioni o ramificazioni sembrano tutti coloro che lo circondano: dal figlio Jody, florido tiroideo chiuso in un'"inviolabile aria di celibato", alla dionisiaca figlia Eula, che alla bellezza e all'eleganza unisce una "violenta e immune perversità", dai fittavoli al maestro di scuola, dal fabbro al piazzista di macchine da cucire. Ma l'equilibrio di questo microcosmo - fra semine e rimondature, battesimi e cantate - è nutrito dalla spietatezza di pulsioni elementari: sesso, denaro, aggressività. E ancora una volta William Faulkner ci attira in un flusso narrativo dove la magistrale rappresentazione storica (nessuno sa restituire come lui l'antropologia del Sud americano negli anni che seguono la Depressione) si intreccia con la dimensione mitico-naturalistica, in un ordito di formidabile potenza - quell'arcana potenza che è l'inconfondibile marchio del grande scrittore.
La maestria nel raggiro, l'acquisto in denaro di una dignità perduta, la necessità della certezza per poter vivere in pace, tanti i temi trattati ma talvolta l'autore si sofferma a descrivere scene ed ambienti che distolgono il lettore.
Il borgo
Anonimo - 03/01/2011 16:22
1/
5
Possono così dirne nei contenuti, la trama invoglia alla lettura, ma come è scritto è illeggibile, ho tentato diverse volte di riprenderlo ma alla fine ho desistito.
trivia75 - 06/03/2017 09:09
Anonimo - 03/01/2011 16:22