Opera finalista al Premio 1 Giallo x 1.000 terza edizione
Luglio 1991. Internet e i cellulari non esistevano, i jukebox suonavano i pezzi del momento e la vita era meno complicata. Un campeggio, una compagnia di amici e un ragazzo, Max, che si affaccia alla vita adulta tra ansie e inquietudini, esorcizzate con bravate e alcolici. Stuzzicato dai racconti macabri sul lago, il giovane scopre l'esistenza di un canale nascosto nei canneti e vi si avventura, ma la natura meravigliosa e affascinante lo seduce al punto di tralasciare la prudenza, fino ad attirarlo in profondità nell'acquitrino. Come una pianta carnivora che si richiude su un insetto attratto dal suo profumo, la palude imprigiona Max impedendogli di tornare indietro. Bloccato nella melma, scoprirà come quell'angolo di paradiso possa trasformarsi in un inferno di fame, sete, solitudine, dolore, caldo e terrore quando, nel buio della notte, creature inquietanti daranno vita a un incubo allucinante che la luce del giorno non farà svanire, ma renderà ancor più reale e terrificante.
Questo libro mi ha colpito, perché la storia, che allinizio sembra banale, prende progressivamente corpo e diventa sempre più coinvolgente, fino a un finale davvero ben strutturato, imprevedibile e con il colpo di scena (lasciando comunque aperti dei possibili sviluppi); inoltre il protagonista Max, un ragazzo, riesce a coinvolgere il lettore che si immedesima nelle sue disavventure, soffre con lui e tifa perché tutto vada per il meglio. Lo stile è davvero degno di nota, perché è in grado di esprimere sentimenti e pensieri del giovane con unelevata profondità introspettiva, nonostante non sia raccontato in prima persona. E davvero un ottimo libro e ne consiglio la lettura.
Ettore Leandri - 17/08/2021 16:28