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Il cappotto di astrakan

Piero Chiara
pubblicato da Mondadori

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Un personaggio inconsueto lascia la vita di provincia sulle rive del lago nativo per avventurarsi a Parigi. Le inquietudini, le aspirazioni, i giochi e gli amori del grande scrittore in una pagina naturale per ritmo e misura.

Dettagli down

Generi Non definito

Editore Mondadori

Collana Oscar moderni

Formato Tascabile

Pubblicato 22/01/2020

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788804720485

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
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Il cappotto di astrakan renzo.montagnoli1

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voto 5 su 5 Lanno è il 1950 e un italiano di quarantanni arriva a Parigi, con lo scopo di trascorrervi un tempo non predeterminato e magari di poter imprimere una svolta decisiva alla propria vita, nonché per non essere da meno di alcuni suoi compaesani che vi hanno soggiornato e che di questa permanenza raccontano al caffè del paese. Dopo un breve periodo in un alberghetto trova una camera presso la vedova Lenormand a un prezzo irrisorio, a particolari condizioni, quali non portare ospiti, non spostare nulla di quello lasciato dal precedente abitante e sopportare la presenza ostile del gatto Domitien. Nel corso delle sue escursioni parigine ha modo di conoscere una ragazza, Valentine, con cui allaccia una relazione. Quando non è a zonzo per le vie della città si diverte a leggere i numerosi libri della biblioteca presente nella camera ammobiliata e in particolare alcuni scritti non molto chiari presumibilmente di chi lì lha preceduto. La vedova Lenormand, personaggio daltri tempi e di struttura ampiamente robusta, gli racconta di avere un figlio, Maurice, che gli somiglia moltissimo, fuggito in Indocina con una giovane di quel paese; dato che linverno è prossimo e comincia a far freddo gli dona un cappotto di astrakan che era stato in precedenza del figlio. Non vado oltre, perché la trama, sebbene non gialla, merita di non essere completamente svelata, presentando certi eventi che danno una svolta a una vicenda fino a lì nel complesso non particolarmente originale, ma nemmeno banale. A prima vista si potrebbe pensare a un racconto autobiografico, visto che il protagonista proviene da Luino, che cè la citazione del caffè del paese con i frequentatori dediti al gioco del biliardo, che si parla di una precedente visita, per quanto da internato in Svizzera, ma così non è, atteso che lo stesso Chiara alla fine del romanzo precisa che è da escludere una sua partecipazione ai fatti narrati. Personalmente credo che invece, sia pure un po camuffata, ci sia la personalità dellautore in unopera allapparenza di poco conto, ma che presenta più piani di lettura. Il desiderio di evasione dalla quieta e monotona vita di paese verso la grande città è unaspirazione plausibile, come quella di lasciarsi condurre per mano dal fato, con quella ineluttabilità degli eventi che scandiscono la vita di ognuno di noi. Inoltre cè anche limpossibilità di opporsi al proprio destino, con il protagonista che è e resterà un provinciale, magari con lebrezza di un salto in un mondo molto diverso dal suo, ma con linevitabile ritorno alle proprie radici, dove condurre unesistenza senza scossoni, in un grigio che anziché deprimere finisce con il confortare. Quindi, sotto unapparenza dimessa si cela unopera di notevole livello, scritta in modo impeccabile e di facile e assai gradevole lettura.

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