"Lascio queste righe e questo libro con la certezza della sua inutilità; perchè nell'uomo come nella storia non vi è nessuna gloria. Alla fine, un uomo che non conosce la vera sofferenza, a malapena esiste; non importa il ruolo che abbia coperto nella propria società o i gradini sociali sui quali abbia camminato: dove si nasce e come si vive è soltanto una questione di fortuna o sfortuna. Questa è la più spregevole delle verità che lo vogliate o no, potete apporre o controvertire come volete e quanto volete; la verità prescinde da tutte le stupide acrobazie mentali dell'uomo. Non mi parlate di cultura per favore; non parlate di nulla. Se per cultura (la vostra), si intende la conoscenza semantica del mondo fuori di noi; allora è una forma di controcultura dedita al sensismo. Non riconosco un cazzo, gli ermeti, la dianoiologia, l'ermeneutica sono l'ennesimo sotterfugio all'idiozia del non comprensibile. La realtà è che quello che qualcuno chiama bene per se è sempre un male per qualcun altro e non se ne esce fuori."
Amo la storia perché è il secchio dove abbiamo depositato la nostra merda umana, sarà il posto in cui lascerò il mio sputo.
Ho bruciato tutto ciò che ho potuto, con la biologia negli occhi e tutte ossa interdipendenti tra loro.
Avevo pensato fosse possibile pianificare e manipolare gli organi in un sistema dualistico di tempo e di impulso.
Poi ho trovato tre occhi e il volto dell'eternità con tre sguardi che moltiplicavano i terremoti tagliando tutte le probabilità di vivere davvero questa sporca vita senza sprecarne neanche un attimo. La noia e l'idiozia hanno l'orologio e non invecchiano mai, esautorano tutto a tal punto da sopravvivere solo ai fiorì. La mia indipendenza è ininfluente, ciò che resta di me è solo uno spettro orgoglioso, tutto di me si riassume in meno di un'ora, vivere; è come avere dei limiti in un parco giochi e la poesia in realtà è solo un buon tipo di legno che ci abbraccerà eternamente dopo la nostra fine,
Il crepuscolo degli idioti
Enrico Marra - 19/04/2016 11:46
3/
5
Amo la storia perché è il secchio dove abbiamo depositato la nostra merda umana, sarà il posto in cui lascerò il mio sputo.
Ho bruciato tutto ciò che ho potuto, con la biologia negli occhi e tutte ossa interdipendenti tra loro.
Avevo pensato fosse possibile pianificare e manipolare gli organi in un sistema dualistico di tempo e di impulso.
Poi ho trovato tre occhi e il volto dell'eternità con tre sguardi che moltiplicavano i terremoti tagliando tutte le probabilità di vivere davvero questa sporca vita senza sprecarne neanche un attimo. La noia e l'idiozia hanno l'orologio e non invecchiano mai, esautorano tutto a tal punto da sopravvivere solo ai fiorì. La mia indipendenza è ininfluente, ciò che resta di me è solo uno spettro orgoglioso, tutto di me si riassume in meno di un'ora, vivere; è come avere dei limiti in un parco giochi e la poesia in realtà è solo un buon tipo di legno che ci abbraccerà eternamente dopo la nostra fine,
Enrico Marra - 19/04/2016 11:46
Enrico Marra - 19/04/2016 11:46