È la letteratura che imita la realtà? O è la realtà che imita la letteratura?
Quando un delitto - l'omicidio di una donna - sembra ricalcare la trama di un romanzo giallo uscito in allegato a un quotidiano nazionale, l'autore (che si chiama Paolo Brera, proprio come il vero autore del romanzo) non può che essere il primo sospettato dei carabinieri, in particolare del colonnello De Valera.
E per Brera inizia un calvario fatto di indizi che sembrano portare senza ombra di dubbio a lui...
Questo libro mi è caduto proprio sul finale, lasciandomi un pochino delusa e con lamaro in bocca.
Quello che mi ha colpita fin da subito di questo romanzo è stata la sua semplicità, sia a livello stilistico che a livello di storia, cosa che riusciva a rendere intrigante il caso trattato e, allo stesso tempo, permetteva al lettore di leggere il libro con assoluta scorrevolezza e leggerezza.
Il problema? Verso le ultime pagine la storia è scivolata completamente in un finale che ha sgonfiato il tendone dove fino a prima cera la magia. Mi sarei aspettata un finale molto più avvincente e improvviso, mentre in questo libro si scopre il colpevole con calma e pacatezza.
Il libro di per sé è ben scritto, con le descrizioni al posto giusto e lunghe quanto basta, capaci di dare elementi sufficienti a capire i personaggi, e con parti narrative che riescono a rendere interessante la storia nelle sue varie forme e indizi; peccato davvero per il finale.
Asia Paglino - 06/08/2019 13:09