In un liceo classico, le vicende di un professore di italiano e latino si intrecciano con quelle dei suoi allievi, alle prese con i piccoli e grandi momenti della crescita. Il prof adotta un metodo che si rivela infallibile: la scrittura e la letteratura diventano, per i ragazzi, strumenti d'indagine per le proprie esperienze di maturazione e di rivelazione. La classe è composta da personalità vivaci, con trascorsi talvolta sfortunati e tragici. Fuori dalle mura scolastiche, la quotidianità del docente è arricchita dai suoi vicini di casa, Italia e Amos; una donna eterea e un reduce di guerra che consentono al prof di cogliere il senso dell'amore, oltre le violenze e le ferite. E c'è la moglie Serena, sempre presente nei suoi pensieri in parallelo ad alcuni ricordi drammatici, pronti a riaffiorare. E a scuola, però, che si innescano i meccanismi più stimolanti: tra colleghi di scarsa vocazione e bidelli con un affetto a distanza, il professore osserva da lontano - ma non troppo - un fiorire di personalità cui va in aiuto, ma da cui, spesso, si lascia anche salvare.
Non mi era mai capitato di leggere un'opera di una giovane autrice emergente e avere l'impressione di sfogliare pagine di un grande classico della letteratura. Il talento e la sensibilità di questa ragazza mi hanno impressionata, così come la sua cultura e la sua intelligenza. "Il gioco del mandorlo" è stato scritto con la testa, con il cuore e con l'anima: questo lo rende un capolavoro! Oltre a frequenti richiami filosofici, letterari e poetici, che partono da Omero fino ad arrivare a Baudelaire, Manzoni e Foscolo, ci sono continue riflessioni sulla vita, sul dolore, sulla morte, su come vivere il tempo che ci è concesso. Alcune frasi sono talmente ben scritte e "piene di tutto" che verrebbe perfino voglia di tatuarsele, come se fossero aforismi celebri o versi di un grande cantautore. Sul retro della copertina si legge: "Non bisognerebbe mai disturbare chi sta cercando di rendere irriconoscibile un dolore". Già da quel momento, ho capito che stavo per iniziare a leggere un libro che mi avrebbe lasciato il segno, come tutte le cose speciali. Lo consiglio fortemente, perché tutti noi dovremmo imparare a giocare come il mandorlo, almeno una volta nella vita.
Ilaria Principi - 14/09/2022 14:04