Basata sulla solida interpretazione dei dati documentari, la narrazione rivive i primi trent'anni della vita di Andrea Palladio, "giovane di grande aspettazione" nelle parole di Tomaso Temanza. Sullo sfondo di grandi avvenimenti storici e culturali, la vita di Andrea, figlio del mugnaio padovano Pietro della Gondola, si svolge all'insegna di una passione assoluta per l'architettura. Dal tirocinio iniziale come lapicida nella bottega dei Pedemuro all'incontro con il sommo letterato Giangiorgio Trissino, che lo ribattezza Palladio, in onore di Minerva dea della Sapienza, e architetto; dallo studio, assiduo e faticoso, dei testi antichi ai viaggi, più volte a Roma, "dove con gli occhi propri ho veduto e con le proprie mani misurato i fragmenti di molti edifici antichi", l'appassionata narrazione di Lionello Puppi culmina nella scena dell'ingresso in Vicenza del cardinal Ridolfi e del trionfo di Andrea, artefice del grandioso apparato scenico, premessa e promessa del suo avvenire.