Quando ha deciso di entrare in polizia, Ferraro? Qual è stato il primo morto che ha visto nella sua carriera di poliziotto? Quando ha incontrato per la prima volta il suo collega Augusto Lanza? Perché si è separato dalla moglie? Molte erano le domande lasciate in sospeso da Biondillo sul passato del suo personaggio preferito. Questo romanzo risponde a tutte, raccontando gli anni di apprendistato nella polizia del futuro ispettore Ferraro, in una sorta di album di ricordi e di fotografie dove ogni storia, ogni inchiesta, ogni incontro lo segnano e lo trasformano. Lo seguiamo dalle prime esperienze nelle valli alpine, quando è un giovane marito alle prese con la nascita della figlia, al trasferimento sulle volanti a Milano, dove ritroviamo amici a cui siamo già affezionati, come Don Ciccio e Mimmo O' Animalo. Non sempre Ferraro trova una soluzione alle sue indagini, così come alla sua vita privata, ogni giorno più compromessa, mentre è alla ricerca di Kledy, un immigrato albanese, scomparso misteriosamente e in realtà finito nelle reti di una giustizia incomprensibile e assurda.
Biondillo torna indietro e ci fa (ri)scoprire Ferraro, al di fuori del contesto in cui eravamo abituati a vederlo.
Forse meno incisivo, ma senz'altro più intenso. A me è piaciuto tantissimo.
Il giovane sbirro
Giovanni Gambino - 06/11/2007 10:41
4/
5
Con questo libro (come con ''per sempre giovane'') Gianni (scusate se uso il nome proprio ma comincio a sentirlo un amico) ci illustra, ci fa entrare sempre di più nella vita di Mic, l'ispettore Ferraro e anche questa volta, la fine del libro non è una fine ma l'inizio di un'attesa per scoprire ancora qualcosa. E' un unico racconto frammentato in tanti piccoli attimi, come è la vita. Mi piace. Leggere questi libri è come parlare con un vecchio amico seduto davanti a una birra alla ''cesa vegia'' in via varè. A presto Gianni con un tuo nuovo libro...
Il giovane sbirro
Anonimo - 18/09/2007 19:56
3/
5
Meno incisivo degli altri due, ma è sempre un piacere leggerlo.
Il giovane sbirro
Ross - 12/08/2007 10:49
3/
5
E' sempre un piacere ritrovare Ferraro e le sue vicessitudini umane, anche se devo ammettere che ''Con la morte nel cuore'' e ''Per cosa si uccide'' rimangono i migliori! Il talento di Biondillo nella caratterizzazione di personaggi e ambientazioni fa un po' fatica ad emergere fra le righe de '' Il giovane sbirro'' e questo salto all'indietro, all'inizio della carriera di Ferraro, è un idea carina, ma che fa perdere un po' di slancio al grande ''Michele'' (così come l'abbiamo conosciuto). Non me ne voglia Biondillo per la piccola critica. Rimango una sua grande ammiratrice.
A proposito, ottima l'idea della chiusura! ...non me l'aspettavo!
FRANCESCO DAGOSTIN - 25/05/2013 15:50
Giovanni Gambino - 06/11/2007 10:41
Anonimo - 18/09/2007 19:56
Ross - 12/08/2007 10:49