È arrivata la stagione della prova costume. Come mai prima, attraverso i social network, siamo bombardati da immagini di volti abbronzati e fisici perfetti. Ormai modificare chirurgicamente il nostro corpo non è più tabù, come non lo è trattare con photoshop le immagini che postiamo su lnstagram. La chirurgia diventa sempre meno invadente; modificare foto è alla portata di tutti.
Rifarsi non è qualcosa da tenere segreto: è uno status symbol, la rincorsa di parametri estetici spesso discutibili, talvolta anche ridicoli. Ma chi vuole sentirsi bello ha il diritto di fare del proprio o delle proprie foto, ciò che ne desidera. La bellezza, in fondo, è una cosa soggettiva e inafferrabile, e non per tutti vuol dire la bocca sensuale di Angelina Jolie o gli addominali scolpiti di Cristiano Ronaldo.
A qualcuno, per fortuna, non interessa rientrare in questi standard di bellezza, e si vede bello com'è. Oppure non si vede bello, ma non gliene importa, e va bene così.
Perché magari, in questo luglio afoso, pensa che la bellezza è un fritto misto di mare con un mojito in spiaggia al tramonto, dopo una nuotata rinfrescante.