Opera finalista al Premio 1 Giallo x 1.000 quarta edizione.
Cosa ci rende umani? La capacità di decidere del nostro destino. Eppure, in un prossimo futuro, potremmo preferire di affidare le nostre scelte alle macchine, per paura, ignavia o per un desiderio di efficienza. Nel 2048, in un'Italia dove non esistono più la povertà e la fame, dove la maggior parte dei lavori sono svolti dai robot, un giovane sta per diventare magistrato, proprio quando in Parlamento si discute di introdurre la figura del giudice robot. Tre processi penali si intrecciano mentre è in atto la lotta di alcuni lavoratori per difendere dall'automatizzazione la loro occupazione. Alla fine, sarà la voce narrante di tutta la storia a rivelarci la verità di quei tre processi e a sancire la fine della lotta tra gli uomini e le macchine.
Indubbiamente questo libro suscita diversi interrogativi sulla giustizia, sulla legge e sul loro futuro: sarà possibile avere prima o poi un giudice imparziale con laiuto dei robot o saranno sempre indispensabili le qualità umane, come ad esempio la comprensione, il dubbio e la misericordia? La lettura è scorrevole, ci sono parti un po più tecniche/legali, ma comprensibili: la trama ha un filo conduttore che unisce tre casi, tre processi, portati avanti contemporaneamente (a volte questo crea una leggera confusione) fino al piacevole finale con un bel colpo di scena. Lo stile è adeguato, a volte leggermente complesso, forse anche per gli argomenti trattati e la poca azione. E un buon libro, davvero interessante.
Ettore Leandri - 10/02/2022 22:24