Un manager che ha perso la memoria, in possesso di una misteriosa valigetta, si ritrova su un treno verso una destinazione sconosciuta in compagnia di un alieno... Incontri enigmatici segneranno le sue prossime ore... Troverà l'amore con la A maiuscola, quello che impone una svolta alla vita, sarà preda delle più sconvolgenti allucinazioni e sperimenterà cure con psicofarmaci dai nomi infernali: Carontonin, Leteronal...
Si possono barattare la nostra normalità, il pragmatismo del nostro mondo e un'esistenza organizzata in cambio di una pazza felicità? Basta volerlo e averne il coraggio, sul labile confine tra delirio e ricerca della verità, sembra rispondere questo romanzo.
Una narrazione lirica e serrata, con spunti comici; in modo visionario emergono temi filosofici, come l'identità, la vita e la morte, l'incubo, sulla fragile linea che separa la follia e il suo opposto.
Dalla prefazione di I. Mugnaini: Il riferimento più immediato è Pirandello, il sentimento del contrario emerge dai gesti e dalle parole. Ma compare anche lo spettro dellassurdo, evocato anche direttamente, come un fantasma in carne ed ossa, quando si fa riferimento esplicito a Godot e alla sua infinita e vana attesa.[] Tutto si riflette sempre nello specchio che racchiude il mistero di fondo, quello che ragiona sulla direzione del viaggio, quel Nessundove, quel Nowhere che, come in un romanzo di Samuel Butler tra fantascienza e dimensione satirico-filosofica, si può leggere anche a ritroso, a rovescio, conducendoci verso un Erewhon che è un modo di perdersi, per ritrovarsi, o perdersi definitivamente.
Caterina Davinio è uno dei pionieri internazionali della poesia digitale, con attività espositiva, convegnistica e curatoriale in molti paesi del mondo, nell'ambito della quale la partecipazione a oltre trecento mostre in Europa, Asia, Americhe, Australia, fra queste più edizioni della Biennale di Venezia, la biennale di Sydney, di Lione, di Atene, di Merida.
camillo_1966 - 29/06/2013 13:07