Un solo uomo è pronto a cambiare il destino dell'Inghilterra. Anche se non lo sa ancora. E l'anno 937 e il re Ethelstan, nipote di Alfred il Grande, si prepara all'attacco delle terre settentrionali. E il momento decisivo: dopo quest'ultima guerra, il suo sogno di un'Inghilterra unita potrà finalmente realizzarsi, oppure sgretolarsi miseramente sotto il peso della sconfitta. C'è qualcuno che può aiutarlo, uno degli uomini che stanno guadagnando più influenza a corte: il giovane prete Dunstan di Glastonbury. Un uomo diverso dagli altri. Ambizione, talento e intelligenza politica fanno di lui un alleato fondamentale del re, e ovviamente un bersaglio di nemici invidiosi e malevoli. Ma Dunstan non teme nessuno, neanche il diavolo in persona. Santo, profeta, politico, accusato di stregoneria, Dunstan sarà destinato, nella sua vita leggendaria, a lasciare la sua impronta nella storia di una nazione: e il sogno di unire l'Inghilterra diventerà, sotto la sua guida e la sua visione, una possibilità reale. Dal piccolo villaggio del Wessex dov'è nato, alla corte di Ethelstan, ai colli di Roma, Dunstan compirà così il suo cammino. Ma l'unità fa paura a chi divide per governare, e nessun trono, neanche spirituale, è mai davvero al sicuro...
Il primo libro che abbia letto di Conn Iggulden. E non mi ha deluso! Un modo di scrivere eccellente. Totalmente trascinante e coinvolgente, tanto che, per fare un esempio, ho trovato molto difficile leggere le ultime, tristi pagine. San Dunstun è uno dei personaggi più interessanti e purtroppo poco noti della storia, e che ha avuto un ruolo molto importante nell'Inghilterra anglosassone. Iggulden lo descrive come geniale, determinato, leale al suo Re, tanto quanto irascibile, vendicativo e abbastanza presuntuoso. Tutto questo è possibile visto che non possiamo sapere com'era veramente di carattere questo grande uomo. Tuttavia le interpretazioni di alcuni episodi della sua vita non molto lusinghieri, anzi chi crede potrebbe facilmente definirli offensivi. Oltre a lui ci sono moltissimi personaggi di rilievo. Tutti perfettamente creati dalla penna dell'autore, mettendo in evidenza i loro pregi e i loro difetti. Nel complesso la trama, incluse le descrizioni degli avvenimenti e delle decisioni dei vari sovrani e dello stesso Dunstun, scorre molto bene. Si evidenzia bene la situazione dell'Inghilterra dell'epoca, come i sovrani cercassero di tenere insieme un paese relativamente recente e dilaniato dagli scontri e dalle rivolte dei nobili, sempre con sotto il peso dell'ombra delle asce vichinghe. Altrettanto notevole la rappresentazione della Chiesa dell'epoca: per i suoi problemi, ad esempio i voti dei monaci rispettati solo in parte o il fatto che alcuni vescovi vedessero poco e niente la loro diocesi, come rappresentasse spesso l'unico sbocco per chi non aveva nobili natali, o il suo ruolo nella conservazione dei testi e della cultura (cosa stranamente poco considerata da chi vuole solo criticarla). L'accuratezza storica è una di quelle cose che più apprezzo e ricerco nei romanzi storici e purtroppo, in certi tratti, è stata un po' carente. Per questo ero tentato di togliere una stella al punteggio... ma non ho potuto. Questo libro si merita cinque stelle piene!
Alessandro - 29/01/2018 23:33