Torna negli Elefanti la celebre traduzione del "Miles gloriosus" di Plauto. Pasolini dichiarò di aver affrontato il capolavoro plautino "armato della lente deformante dell'artigiano in smania di rifacimento più che della lente dell'analista". E di un geniale rifacimento si tratta, in cui Pasolini, scartati i registri del dialettale e del linguaggio teatrale alto, sceglie la lingua dell'avanspettacolo, l'unica capace di rendere il tono "sanguignamente plebeo" dello scrittore latino.