Elizabeth, lasciata la famiglia e l'Irlanda per vivere una vita più autonoma, deve ritornare a Dublino perché la madre è morente. La donna non può parlare, e scrive lettere alla figlia nel tentativo di riprendere il colloquio con lei interrotto anni prima. Elizabeth le legge a poco a poco, superando gli antichi dissidi, riscoprendo un intenso legame affettivo che la legava alla madre e ritrovando al tempo stesso un dialogo commosso con il fratello. Alla fine, quando la madre morirà, fratello e sorella decideranno di conservare la vecchia casa di famiglia come simbolo di una memoria ancora viva e di sentimenti profondamente radicati.
Catherine Dunne descrive, con grande capacità di andare a fondo nel cuore e nelle emozioni dei protagonisti, il faticoso rapporto tra madre e figlia che, sebbene vissuto con silenzi e spiegazioni mai date, si conclude positivamente per entrambe. Per la madre che, sfogandosi, dà voce a una parte di sé che stentava a far rinvenire, e anche per la figlia che, tramite un dialogo ideale, rimette in discussione il rapporto e le sue tristi certezze.
Un libro che testimonia l'esistenza dei piccoli conflitti familiari che spesso mutano la nostra esistenza ma che insegna anche come, in qualsiasi rapporto d'amore, l'importante sia sapersi ascoltare per poi, così, imparare a saper perdonare.
Uno dei romanzi che ho più apprezzato in assoluto.
Il viaggio verso casa
Lara - 26/03/2003 13:22
5/
5
L'indiscussa capacità narrativa dell'autrice è in grado di trasportare il lettore, fin dalle prime pagine nel mondo dei personaggi.
Difficile non riconoscere i sentimenti e le problematiche descritte nel difficile rapporto genitori/figli.
Un libro da leggere con la cosapevolezza che tutti possiamo sbagliare. Semplicemente fantastico.
Tiziano - 23/09/2003 14:51
Lara - 26/03/2003 13:22