Dopo anni di ostracismo da parte di un'ottusa burocrazia i suoi film hanno ricevuto un primo "sdoganamento" ufficiale solo nel 1986, in piena perestrojka gorbacioviana. Gli storici e gli studiosi non hanno esitato a ritenere il cinema della Muratova come uno dei più personali ed intensi dell'epoca post-staliniana, mai in linea con i canoni estetici del realismo socialista, un vero e proprio "anello mancante" nello sviluppo del cinema sovietico.