Gli anni tra il 415 e il 404 a. C. costituiscono uno dei periodi più drammatici della storia di Atene. Tentativi di sovvertimento delle istituzioni, colpi di stato, radicali trasformazioni costituzionali si susseguono in una impressionante progressione di violenza e sangue. Forze a lungo sopite durante l'accorta amministrazione di Pericle scatenano un impeto distruttivo che trasforma l'eliminazione fisica dell'avversario in un ordinario strumento di lotta politica. Nel ripercorrere quegli avvenimenti, un aspetto si impone con evidenza: l'annientamento metodico della parte avversa non si diffonde ad Atene come un virus improvviso, ma è connaturato nel sistema democratico e trova nella tirannia della maggioranza il principale presupposto.
Chiunque voglia accostarsi alla storia greca, in particolare alla storia della capitale che è il centro di questa civiltà, sia esso un novello studente, sia esso un esperto studioso in materia, non potrà far a meno di leggere questo saggio. La ricostruzione di un periodo particolare della storia di Atene restituisce una panoramica più ampia su uno dei popoli fondatori della società moderna.
ilacanc - 12/01/2013 14:06