"Il libro incontrerà opposizioni e critiche, ma sarà difficile parlare di questi argomenti senza tenerne conto", scrive nella prefazione al volume il cardinale Martini. Gli argomenti sono i più classici, l'esistenza e l'immortalità dell'anima, il suo destino di salvezza o perdizione. Del tutto nuova è invece la trattazione, in cui scienza e filosofia assumono il ruolo di interlocutori privilegiati della teologia, configurando una fondazione del concetto di anima immortale di fronte alla coscienza laica. Criticando alcuni dogmi consolidati, il libro affronta l'interrogativo fondamentale che da sempre inquieta la mente degli uomini: se esiste e come sarà la vita dopo la morte.
Molti argomenti del libro hanno indotto punti di luce nei dubbi che mi assillavano.''L'Inferno non esiste, ma se esiste è vuoto '' è stata per me una scoperta che mi ha affascinato.
Il Purgatorio sostituisce l'inferno fino alla apocatastasi, allorquando si avrà la riconciliazione di tutti in Dio,''Tutto in tutti ''.
L'anima e il suo destino
Anonimo - 03/01/2009 09:48
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Apprezzabile l'impegno nel cercare spiegazioni logiche anche su temi che di logica ne hanno ben poca, purtroppo nessuno è mai tornato indietro a confermare o smentire la plausibilità di certi contenuti. Diverse contraddizioni anche fra principio ordinatore e logos, molte forzature per spiegare
molti passi biblici, purtroppo restano molti dubbi anche dopo queste intense 300 pagine.
L'anima e il suo destino
Anonimo - 31/07/2008 10:30
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Si tratta di un testo prettamente filosofico in cui l'autore parla ampliamente non solo dell'anima ma anche del rapporto fra la chiesa e le sue leggi, leggi talvolta contraddittorie o inspiegabili.
Ho apprezzato il fatto che egli si è impegnato nel dare delle spiegazioni razionali a molti punti interrogativi che molto spesso mi sono chiesta. Ovviamente non bisogna dare l'assoluta verità alle sue tesi però è un buon punto di partenza per fare delle considerazioni. Inoltre, mi è piaciuto il confronto e il richiamo a molti penstori del passato, quali Sant'Agostino e San Tommaso ma anche Platone, Arisotele, Origene... Insomma, la sua è stata una vera e propria ricerca che ha toccato tutti i punti dell'argomento.
L'anima e il suo destino
Arcangela Cammalleri - 01/06/2008 17:41
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L'argomento del saggio è l'interrogativo primordiale che l'uomo si pone: esiste l'anima, e se esiste, la vita dopo la morte? Di fronte alla morte, anche, il più strenuo laico e/o ateo non può rimanere indifferente! Ha questo libro, come dire, toccato le corde spirituali di noi tutti (si fa per dire) assopiti e narcotizzati dalle materiali urgenze quotidiane (Il materialismo è la più povera delle filosofie), riacutizzando polemiche e confronti escatologici, prerogative degli "Addetti ai lavori". Nella prefazione, il Cardinale Carlo Maria Martini scrive: "Mancuso ha avuto un bel coraggio a scrivere dell'anima, la cosa più eterea, più imprevedibile che ci sia, tanto da dubitarne l'esistenza. Però, è la cosa più forte, come la vita, il principio ordinatore di essa".
Viene a toccare Mancuso, inevitabilmente punti delicati e contrastanti, come i cosiddetti "Novissimi", cioè Morte, Giudizio, Inferno, Paradiso...
L'argomento del libro è rivolto alla coscienza laica, quella parte della coscienza presente in ognuno di noi, credente o non credente, che cerca la verità per se stessa e non per appartenenza ad un'ideologia o istituzione o per principio di autorità ( Ipse dixit).
La laicità non riguarda solo la dimensione politica, ma, tocca il rapporto dell'uomo con la verità. Perchè, come afferma il teologo, il suo metodo è rigoroso, "Se si vuole fare davvero il teo-logo, cioè uno che pensa Dio in modo logico, il Theos nella luce del Logos"; il pensiero deve essere guidato dalla ragione. Ma è qui che è insita, secondo me, la contraddizione a priori; di quale verità si sta parlando? Quella sofista che non esiste una verità assoluta, quella laica della nostra coscienza a cui siamo chiamati a rispondere o quella rivelata del Cristianesimo? Diventa una disputa teologica, se non fideistica, quando Mancuso prosegue dicendo che i problemi della scienza e il conseguente dialogo critico con la filosofia, s'impongono a chiunque voglia fare teologia prendendo responsabilmente sul serio la pretesa di verità che il Cristianesimo porta in sé. Non ne veniamo a capo, cercare di salvare ragione e fede, è, perlomeno, ambiguo, la nostra libera e consapevole ricerca della verità, è illusoria? Paradossale?
Anonimo - 16/01/2009 21:53
Anonimo - 03/01/2009 09:48
Anonimo - 31/07/2008 10:30
Arcangela Cammalleri - 01/06/2008 17:41