Nel furioso mondo contemporaneo, contrassegnato da cambiamenti epocali e violenti, l'Italia rischia di essere un vaso di coccio. A vecchi problemi mai risolti si aggiungono oggi una demografia inclemente e la perdita di quell'energia del fare che era stata alla base della sua fortuna. Il richiamo alle eccellenze, che per lungo tempo ha coperto i problemi, non basta più: quelle eccellenze partecipano sempre meno delle sorti collettive del Paese e una comunità sempre più anziana e affaticata stenta a produrne di nuove. Che fare allora? Due le alternative fondamentali. La prima, il piano A, è l'inerzia: lasciare che le eccellenze prosperino senza curarsi del resto territori, persone, imprese , destinato a deperire. Oppure, ed è la scommessa del libro, lavorare al piano B, costruendo e rafforzando un'«economia paziente», circolare e basata su innovazione, competenze, lavoro e biodiversità, che organizzi e dia forza a tutte quelle energie, oggi disperse e sprecate, di artigiani, imprenditori, sindaci, cooperatori, contadini, comunità, cittadini, per disegnare un Paese più inclusivo, innovativo, proiettato al futuro. Per noi e per i nostri figli.