Mondadori Store

Trova Mondadori Store

Benvenuto
Accedi o registrati

lista preferiti

Per utilizzare la funzione prodotti desiderati devi accedere o registrarti

Vai al carrello
 prodotti nel carrello

Totale  articoli

0,00 € IVA Inclusa

L'orco di Mussolini - Marco Di Tillo
L'orco di Mussolini - Marco Di Tillo

L'orco di Mussolini

Marco Di Tillo
pubblicato da Mursia (Gruppo Editoriale)

Prezzo online:
16,15
17,00
-5 %
17,00
Disponibile in 4-5 giorni. la disponibilità è espressa in giorni lavorativi e fa riferimento ad un singolo pezzo
32 punti carta PAYBACK
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente

Roma, 1924. Una sera di marzo sparisce la prima bambina. Nei tre anni successivi ne sono violentate e uccise altre sei. Mussolini è furioso, la Polizia non riesce a trovare il colpevole e gli abitanti della città sono terrorizzati. Alla fine ci rimette un poveraccio di nome Girolimoni. Contro di lui vengono inventate diverse prove, trovati testimoni improbabili, e finalmente tutti possono tirare un bel sospiro di sollievo. Il mostro è stato trovato! Nelle indagini viene coinvolto un esperto poliziotto italiano, il commissario Giuseppe Dosi, che smonta, a una a una, tutte le prove contro l'innocente accusato e riesce anche a catturare il vero colpevole. Ma le cose non finiscono purtroppo nel modo sperato, perché proprio Mussolini prenderà, a sorpresa, una decisione incredibile, destinata a cambiare il corso degli eventi.

Dettagli down

Generi Gialli Noir e Avventura » Gialli, mistery e noir » Gialli storici , Romanzi e Letterature » Gialli, mistery e noir

Editore Mursia (gruppo Editoriale)

Collana Romanzi Mursia

Formato Brossura

Pubblicato 21/02/2022

Pagine 240

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788842564027

1 recensioni dei lettori  media voto 5  su  5
Scrivi una recensione
5 star
1
4 star
0
3 star
0
2 star
0
1 star
0
L'orco di Mussolini max2020

-

voto 5 su 5 Quando c'era Mussolini, certe brutte cose non succedevano!. Una panzana, data per vera dalla propaganda fascista e dal divieto di diffondere notizie di cronaca nera. Una prova è data dal serial killer di bambine che agì per tre anni a Roma all'inizio del ventennio. Sette piccole violentate, quattro strangolate con un fazzoletto e uccise. Nel 1924, Emma, quattro anni (sopravvissuta); Bianca, detta la Biocchetta, tre anni e otto mesi; Rosina Pelli, quattro anni. Nel 1925, Elsa Berni, sei anni e Celeste, solo diciassette mesi (sopravvissuta). Nel 1926, Elvira Colitti, sei anni (sopravvissuta). Nel 1927, Armanda Leonardi, cinque anni. Tutte nella zona sotto il Gianicolo, tra San Pietro, Regina Coeli e il Tevere. Tutte figlie del popolo. Allora i bambini giocavano per strada. Genitori e conoscenti non li seguivano con attenzione. Il duce andò fuori di testa dalla rabbia, perchè il clamore del mostro di Roma cresceva a dismisura, nonostante la mordacchia imposta alla stampa. Al regime fascista serviva assolutamente un colpevole. Venne trovato in Gino Girolimoni, un trentottenne che aveva fatto la guerra 15-18 e guadagnava bene facendo il mediatore tra gli infortunati sul lavoro e gli avvocati che potevano aiutarli a far salire l'indennizzo. Ai suoi danni, vennero montate una serie di prove false e tetimonianze, fa presente Di Tillo, laureato in psicologia, autore, regista e sceneggiatore cinematografico, televisivo e radiofonico. Anche una volta scagionato, quasi un anno dopo, non riuscì a sottrarsi alla brutta fama ed ai sospetti. Morì povero, nel 1961. Nessuno volle avere a che con un accusato di pedofilia. A Girolimò!!, è stato un marchiò d'infamia nella capitale anche ben oltre gli anni Venti. Tutto splendidamente spiegato, insieme all'intera vicenda criminale, nel film di Damiano Damiani del 1972 Girolimoni, il mostro di Roma, interpretato in modo indimenticabile da Nino Manfredi. Di Tillo ricostruisce la storia in un romanzo, opera in gran parte di fantasia, supportata dalla cronaca di allora. Ha consultato testi, quotidiani e riviste dell'epoca. Fondamentale, per i suoi approfondimenti, il libro del commissario Giuseppe Dosi, Il mostro e il detective (Vallecchi, 1973): era un bravissimo investigatore, che nell'indagine aveva individuato tante prove di colpevolezza a carico di un soggetto ben indicato nel romanzo. Il possibile responsabile non venne mai perseguito, però, perchè Mussolini riteneva di avere già in mano il colpevole bello e pronto, da dare in pasto alla gente assetata di vendetta: Girolimoni. Il fascismo si stava trasformando in uno stato di polizia dopo il delitto Matteotti e lo sventato attentato Zaniboni alla vita dello stesso Duce: non poteva permettere che nella capitale accadessero crimini terribili impuniti. Così, il colpevole venne trovato, ma non era quello vero. Il povero Gino non è però il protagonista del romanzo. Sono ancora più interessanti l'investigatore, Dosi - uomo gigantesco, alto 1.90 per cento chili, parlava quattro lingue, suonava violino e fisarmonica, era stato attore di teatro da giovane - e lassassino pedofilo, un insospettabile, ricco e rispettato, che si levava il cappello davanti alle signore, anche alle popolane. Il commissario fu decisivo nel dimostrare la debolezza delle accuse nei confronti di Girolimoni, ma la cronaca dei quei tempi ci dice che non venne niente di buono né al discolpato né al poliziotto. Sicchè, ecco il vero motivo ispiratore del romanzo: l'autore non ha voluto che il vero mostro la potesse passare ancora liscia, sia pure un secolo dopo ed ha cercato di sporcarne la memoria il più possibile. Un compito assunto per amore di verità, per rispetto del grandissimo Giuseppe Dosi e soprattutto per quelle bambine, che quasi cento anni fa hanno smesso di respirare per sempre e che invece avrebbero potuto viverla loro un'intera vita da donne libere. Perfetta la disinvoltura con cui Di Tillo si muove nella sua ambientazione della Roma del primo ventennio.

Accedi o Registrati  per aggiungere una recensione

usa questo box per dare una valutazione all'articolo: leggi le linee guida
torna su Torna in cima