Lungo il percorso della sua ricerca nel campo della psicoanalisi e delle transazioni verbali in generale, Lai ha progressivamente spostato l'attenzione dalle situazioni intrapsichiche al discorso, dal contesto al testo, dalla relazione alla 'conversazione'. All'universo del pensiero e degli stati d'animo, centro degli interessi della tradizione psicoanalitica, ha anteposto l'universo linguistico nella sua assoluta autonomia funzionale. In questo saggio, la conversazione si spoglia delle residue scaglie materiali, accedendo alla dematerializzazione del corpo mortale e alla dissoluzione del soggetto psicologico. Mentre la conversazione materiale risuona nello spazio acustico, viene ascoltata 'in diretta' dagli interlocutori, la conversazione immateriale viene letta nei floppy disk della memoria, 'in differita', quando si è ormai spenta l'eco delle parole dette. Se l'oggetto della conversazione materiale è il motivo narrativo, l'oggetto della conversazione immateriale è il gioco delle morfologie grammaticali e sintattiche, formali, quantitative, numerabili. Il dispositivo concettuale e pratico della conversazione immateriale sembra risolvere il problema della verifica dei risultati nelle conversazioni e in psicoanalisi. Inoltre, applicato ai testi di poesie e romanzi, da Dante a Leopardi, da Joyce a D'Annunzio, a Proust, promette aperture interessanti anche al campo della critica letteraria.