Dopo "Tempi moderni" e "Luce al neon", Carmine Lione torna alla scrittura con "La fine dell'inverno", raccolta di poesie più opportunamente definite dallo stesso autore come "pensieri sparsi a ritmo cadenzato". Vita, amore, dolore e riflessioni su un tempo sempre più psicologico e meno cronologico: il corpus delle quarantasei composizioni intreccia confessioni amorali e osservazioni dense di compassione autentica circa il destino dell'uomo, artisticamente salvato ed esistenzialmente condannato a morte dai propri guasti interiori. Un sentiero ignoto, battuto quasi per miracolo, in notti dense del retaggio d'amore, intento a far luce nel ritorno verso casa di un antieroe postmoderno alla disperata ricerca di agognate redenzioni ed insperate auto-assoluzioni.