Due donne occidentali che non potrebbero essere più diverse partono insieme per l'Afghanistan con un compito arduo: fotografare i volti delle donne che si ribellano - a volte anche con il suicidio - ai matrimoni combinati. La prima, Maria Galante, torna così alla carriera di fotogiornalista, che aveva lasciato in un momento di fragilità per rifugiarsi nella sicurezza di uno studio dove preferisce fotografare cibo anziché persone. L'altra, Imo Glass, brillante inviata di guerra inglese, è una seducente 'citoyenne du monde' che parla quattro lingue e sembra non aver paura di nulla. Ad attenderle a Kabul c'è Hanif, interprete riservato ma pieno di risorse che le accompagnerà in una città insidiosa e martoriata, popolata da uomini che di mestiere fanno la guerra: spie, mercanti di armi, bodyguard dai modi brutali, ed ex mujahidin dai modi viceversa squisiti ma dalle mani ancora sporche di sangue. Quando però Maria riesce a puntare l'obiettivo sulle donne di un villaggio sperduto tra le montagne dell'Hindukush - fantasmi velati senza voce né diritti - si trova davanti a una scelta etica e morale dalla quale trarrà nuova consapevolezza. Francesca Marciano ci regala un racconto di prepotente impatto visivo e insieme di intensa introspezione, una storia che parla di vulnerabilità e di violenza, che emoziona e fa riflettere su cosa accade davvero tra uomini e donne quando cultura, nazionalità e religione non contano più nulla e vale solo la legge del più forte.
Il titolo penetra nel cuore e nella mente come lama di coltello.
Le parole, scelte con cura, e la tensione, presente ad ogni pagina, trasforma il libro in una grande fotografia. Un'immagine piena di polvere, di colori forti, di volti muti, di movimenti rassegnati, ma anche di ribellione, di speranza, di coraggio.
Due donne che, per salvare altre donne, cercano di salvare se stesse. Una denunca, forse. O semplicemente un pensiero silenzioso. La fine, appunto, delle buone maniere.
La fine delle buone maniere
Nelly - 26/12/2007 15:35
3/
5
Non sono d'accordo con il parere della persona qui sotto...
Per me il libro è scritto bene, in maniera avvincente e scorrevole.
Non credo che l'intenzione dell'autrice fosse quello di raccontare la vita delle donne afgane (almeno, non più di tanto) quanto quella di descrivere i sentimenti e le emozioni di due donne europee a contatto con la vita afgana, e questo è stato reso molto bene!
La fine delle buone maniere
Anonimo - 28/11/2007 13:14
1/
5
Un libro da dimenticare! L'introspezione dei personaggi è nulla... tante parole per nulla e poche parole per quello che avrebbe potuto essere un buon argomento di approfondimento: le donne afgane e la loro vita.
Consiglierei all'autrice di andarci veramente in Afganistan... vivere un po' con le donne del posto e poi riscrivere il libro!
Anonimo - 24/01/2008 16:28
Nelly - 26/12/2007 15:35
Anonimo - 28/11/2007 13:14