La giostra dei criceti, il libro di Antonio Manzini (il giallista diventato celebre per i romanzi del vicequestore Schiavone) non è solo un giallo: è satira sociale, suspense, sentimento e cinismo, i morti di fame e i morti ammazzati. Quattro malavitosi della più squallida periferia fanno una rapina che finisce nei disegni complessi della criminalità che conta. Parallelamente un’organizzazione di altissimi funzionari dello Stato ordisce un folle piano “Anno Zero” per eliminare il problema delle pensioni. Questi due ingranaggi, irrazionali quanto brutali nella loro efficienza, muovono la giostra dei poveri criceti di vari livelli – dal piccolo criminale al boss camorrista, dall’inquietante generale all’alto burocrate, dall’impiegato dell’Inps che si sente un giustiziere alla fantastica ragazza innamorata –, tutti in lotta contro un destino insensato. "Siamo carne da cannone, aveva detto René. Era vero. Carne da cannone. Gente che muore senza un senso, senza un’utilità. Che ha vissuto senza sapere, e senza sapere se ne va".
Tragico e comico, noir che si scioglie in limpida e commovente poesia, thriller che offre lo spaccato di una società senza cuore, questo è il secondo dei molti romanzi pubblicati da Antonio Manzini. Con La giostra dei criceti siamo all’origine del suo avvincente modo di intrecciare storie; della sua prosa priva di ornamenti ma sorprendentemente musicale; soprattutto di quel pessimismo senza illusioni e di profondo amore che caratterizza il Rocco Schiavone protagonista dei romanzi successivi. Il Manzini degli esordi in un trascinante, divertente e allucinato giallo romano.
Antonio Manzini (qui tutti i suoi libri) è scrittore e sceneggiatore. Tra i suoi primi romanzi ricordiamo Sangue marcio e questo La giostra dei criceti, pubblicato per la prima volta nel 2007. La serie con Rocco Schiavone è iniziata con il romanzo Pista nera (Sellerio Editore, 2013) cui sono seguiti La costola di Adamo (2014), Non è stagione (2015), Era di maggio (2015), Cinque indagini romane per Rocco Schiavone (2016) e 7-7-2007 (2016). Nel 2015 Manzini ha pubblicato Sull’orlo del precipizio, sempre per Sellerio, e nel 2016 Orfani Bianchi, per l'editore Chiarelettere.
Manzini riesce, come sempre, a tenere sospeso il lettore con l'invenzione di personaggi che, ancorché appartenenti a contesti sociali solo apparentemente diversi, sono tutti accomunati dal più bieco cinismo e da sinistra amoralità. La scrittura secca, rude a volte, ma sempre incisiva, riesce a tratteggiare un quotidianità fatta di pochezza etica (la soluzione tombale del problema pensionistico, la dice lunga in merito), a cui si accompagna, talora, un sincero e disperato bisogno di affetto e di redenzione (la bella barista Alessia e la meno bella impiegata).
Certo è che il racconto risulta decisamente improntato al più nero pessimismo, con pochi spazi di redenzione, come accade peraltro nelle storie di Rocco Schiavone (celebre creatura dell'autore), eroe senza più speranza.
Quanto alla trama, non mancano, nell'evolversi delle vicende, diversi colpi di scena, che ne fanno un giallo avvincente e trascinante, da leggere decisamente in una nottata.
Ambientato a Roma, città cinica per antonomasia, l'intreccio si snoda in ambienti politici , borghesi e malavitosi, in cui i protagonisti, tutti avidi e privi di scrupoli, si muovono con l'arrogante prepotenza che connota ahimè la nostra realtà sociale ( ed in cui avrebbe fatto piacere la presenza del paladino Schiavone).
Consigliato decisamente
Paola
La giostra dei criceti
danylixi - 23/04/2017 15:59
5/
5
Colpo grosso per Antonio Manzini. Agli esordi della sua carriera, ci consegna un noir esplosivo, a tratti divertente ma anche tristemente rappresentativo dei giorni nostri. Una giostra di coincidenze e colpi di scena magistralmente architettata per il gusto e il piacere di ogni lettore affezionato. Il padre ideatore dell'amato commissario Schiavone, ormai celebre anche sullo schermo televisivo, ci conquista ancora una volta con il suo stile ironico e pungente. Mai scontato nella scelta dei personaggi e della loro umanità (o meglio disumanità). Sempre geniale nel disseminare tra le righe pessimistici commenti e critiche più o meno velate. Una drammaticità esasperata al limite del grottesco, una satira che colpisce e affonda un'intera società malata e arrivista. Nessuna distinzione di sesso, età ed estrazione sociale. Ricchi ministri travolti dalla sete di potere, semplici impiegati alle prese con manie di grandezza, grandi truffatori a loro volta truffati da onesti cittadini, pensionati intolleranti e intollerabili. Tutti vengono catturati e sopraffatti da una giostra che, incessante e spietata, distrugge ogni brandello di moralità e dignità umana. Egoismo e cinismo, è questo il prezzo che dobbiamo pagare per salire anche noi sulla giostra dei criceti? #lamiarecensione -
Paola Bono - 27/04/2017 12:56
danylixi - 23/04/2017 15:59