Solène vive una settimana su due. Il resto del tempo lotta, tira fuori le unghie e digrigna i denti, contro il suo Ex, colui che le ruba i suoi 112 cm di felicità e i suoi 16 kg di ragione di essere. La piccola Anaïs è abituata a fare fagotto, hop! Una settimana ridi da mamma, l'altra da papà. Ma Solène, lei, non si rassegna. Quella notte, bianca comme tutte le altre, fissa la luna piena che la prende in giro, inghiottisce sonniferi invano, ripete al violino la Grande Fuga di Beethoven, fuma una sigaretta, si annoia. Allora, come al solito, sale al piano di sopra per contemplare la sua meraviglia addormentata, prima che suo padre gliela rubi, l'indomani mattina. Almeno questo, almeno la soddisfazione di sentirla ancora lì, vicino a lei, il suo splendore. Apre la porta della stanza, ci si intrufola discretamente, solleva la coperta con infinita delicatezza ma... stavolta nulla ha senso, nulla la conforta, non può far altro che gridare, e lanciarsi in una caccia spietata perché Anaïs, il suo tesoro, la sua piccina, è sparita! ...