Dallo scrittore turco Ahmet Altan, vincitore in Francia del Prix Femina come miglior libro straniero del 2021, ci giunge questo terzo volume del "Quartetto ottomano".
Il libro mantiene la struttura corale dei romanzi precedenti, ma si concentra su due filoni: da una parte la storia pubblica dell'Impero Ottomano, con la guerra contro l'esercito bulgaro e il colpo di stato del Comitato di Unione e Progresso; dall'altra la storia privata, in particolare la figura enigmatica di Nizam, il figlio di Hikmet Bey che ritorna da Parigi e vive una tormentata storia d'amore con una pianista russa, Anya.
La lettera e il pianoforte è un romanzo costruito con maestria. Le scene di guerra o d'amore, mai prolisse, sono inframmezzate da descrizioni approfondite degli stati d'animo dei personaggi, le cui debolezze e contraddizioni sono cesellate perfettamente. Seguiamo in un crescendo di intensità la storia d'amore tra Nizam e Anya, che si fa sempre più ossessiva, ma anche le traversie di personaggi incontrati nei capitoli precedenti del Quartetto: i dilemmi di Ragp Bey e Dilara Hanm, così come il dolore di Rukiye per la perdita del marito.
L'autore utilizza l'impianto storico del romanzo per sferrare una critica feroce contro la mascolinità, che spesso degenera in violenza sulle donne, il nazionalismo, la censura. Altan si conferma scrittore caustico e coraggioso, che non teme di denunciare un potere arrogante e antidemocratico che fa leva sulla religione e il bigottismo, lasciando al lettore la possibilità di leggere tra le righe un richiamo alla situazione della Turchia contemporanea.