"Un paese vuol dire non essere soli, sapere che nella gente, nelle piante, nella terra c' qualcosa di tuo". Un uomo torna dall'America, dove ha fatto una piccola fortuna, e ricompare sulle colline delle Langhe che lo hanno visto bambino. Ora non pi un trovatello, cresciuto dalla carit di una famiglia di contadini, ora un altro, e vuole che chi lo ha conosciuto piccolo, povero, vinto, veda che ha fatto strada, che diventato qualcuno. Ma nei luoghi del passato qualcosa si perso, chi lo conosceva allora non pi qui per prendere atto del suo cambiamento - perch anche questi luoghi, in apparenza fissati nel tempo mitico dei cicli della luna e del lavoro dei campi, hanno attraversato una trasformazione, parallela a quella del protagonista, e in parte da essa determinata. Ai fal magici che nel tempo dell'infanzia punteggiavano le alture in occasione delle feste contadine, altri se ne sono aggiunti e sostituiti - non pi propiziatori di un ricco raccolto, ma portatori di distruzione: i fuochi della guerra da poco finita e del conflitto civile, i fuochi di una modernit che brucia un passato mitico e inalterabile per offrire non si sa quale prospettiva di futuro.