Germania anno 2016. Quel che resta della locomotiva d'Europa è una terra desolata, oppressa da dieci milioni di disoccupati. Per sanare questa piaga nasce Spericon, il campus-lager per disoccupati. I fortunati ammessi sono addestrati da martellanti istruttori "english speaking", scrivono curricula, simulano telefonate e spulciano necrologi per proporsi alle aziende dove è morto qualcuno. "La scuola dei disoccupati" è un romanzo vorticoso e spietato. Un urlo feroce contro la religione del lavoro, una risata in faccia a una società che vuole solo vincenti.
Libro interessante ma non del tutto coinvolgente.
Narra di una società futura in cui la disoccupazione ha raggiunto livelli altissimi e il lavoro e' "merce rara". Il governo ha creato scuole in cui i disoccupati vengono "ricondizionati" affinche' possano ricreare il loro passato da esporre nei loro curriculum vitae.
Ricorda per alcuni aspetti la società di 1984 di Orwell. Peccato perche' l'idea del libro e' avvincente ma i personaggio sono poco definiti. Buona Lettura!
CONCETTA SORRENTINO - 27/05/2014 18:30