Undicesimo secolo dopo Cristo. In un'Italia contesa tra longobardi, bizantini, svevi e arabi, dalla cittadina francese di Hauteville giungono cinque fratelli in cerca di fortuna. Armati di spada e di una smisurata ambizione, sconfiggeranno papi e imperatori, scacceranno l'Islam dalla Sicilia e cambieranno il corso della Storia. Il penultimo tra loro, Roberto, grazie alla propria scaltrezza, a sconcertanti capacità d'inganno e a una mancanza di scrupoli leggendaria, guadagnerà il soprannome di Guiscardo. Questo romanzo, secondo volume della saga dei normanni, raccoglie come un diario la testimonianza e la confessione di Roberto d'Altavilla, duca di Puglia e Calabria, oggi sepolto nell'abbazia di Venosa e ricordato in moltitudini di statue, monumenti e luoghi d'Italia. Tra i suoi lasciti, forse i più importanti sono l'indole opportunistica, la furbizia ostentata come un vanto, l'arte di arrangiarsi, l'insofferenza per fedeltà e giuramenti che rendono noi italiani, in qualche modo, "figli del Guiscardo".
Il libro si ricollega al precedente, I due Leoni. Versione integrale: Il romanzo di Roberto e Ruggero dAltavilla: in questo volume, come si può evincere dal titolo, le vicende vendono raccontate dalla parte di Roberto dAltavilla, detto il Guiscardo.
Certamente il protagonista è un personaggio singolare, molto ambizioso, egoista, abbastanza crudele e anche con turbe psichiche, tutte caratteristiche ampiamente sviluppate dallautore con numerosi dettagli, intrecciando fatti reali con aspetti personali, frutto di fantasia. I fatti narrati riguardano il popolo normanno nellundicesimo secolo, protagonista di numerose guerre, soprattutto nel sud dItalia. Interessanti anche le figure delle due mogli di Roberto. Il libro dovrebbe essere letto dai giovani che, coinvolti dalla trama, si appassionerebbero anche alla storia.
E davvero ben scritto, senza errori, nonostante le voluminosità e lo stile è fluido e curato. Ottimo libro.
ettore.leandri - 13/12/2019 13:21