Seconda metà dell'Ottocento. La Montagnazza, Agrigento. Amalia vive con la nipote Pinuzza in una delle molte grotte scavate nella pietra. Le occupazioni quotidiane vanno di pari passo con i racconti di quando Amalia era la balia di Costanza in casa Safamita, una grande famiglia della ricca aristocrazia terriera. Il crollo del regno borbonico, la vendita dei beni ecclesiastici, il potere progressivamente assunto dalla mafia nelle campagne indebolisce se non il prestigio almeno la forza dell'aristocrazia. È in questo contesto che si profila il difficile destino di Costanza Safamita, tanto amata e protetta dal padre, il barone Domenico, quanto rigettata e negletta dalla madre Caterina. Con la sua chioma rossa e il suo aspetto fisico quasi 'di un'altra razza', Costanza cresce fra le persone di servizio, divisa fra le occupazioni umili e l'esercizio della musica, fra l'orgoglio paterno del sangue e le prospettive alquanto limitate della vita in provincia. Quando il barone Domenico decide, a fronte delle delusioni infertegli dai figli maschi, che sarà lei l'unica vera erede del prestigio e delle sostanze di casa Safamita, Costanza è costretta ad affrontare la mondanità di Palermo, a trovare un marito, a modellarsi una nuova identità sociale. Si innamora del marchese Pietro Patella di Sabbiamena, tanto affascinante quanto spiantato e dissoluto, e riesce ad averlo, senza tuttavia sciogliere, come vorrebbe, i nodi che la vincolano a una sofferta, malvissuta sessualità. Simonetta Agnello Hornby costruisce, con il suo formidabile stile a più piani narrativi, la saga di una famiglia, un segmento della storia siciliana, il crollo di un mondo - quello aristocratico - guardato senza nostalgia, scandagliato impietosamente da entomologa sociale, non senza riservare al lettore il piacere di arrivare a inquietanti rivelazioni attraverso il progressivo sommarsi di tonalità di voci che svariano dal racconto in prima persona di Amalia a quello del narratore-architetto.
E' un libro bellissimo, addirittura + bello di La mennulara, ricorda davvero le atmosfere gattopardesche. Dovete leggerlo.
Il linguaggio poi è carinissimo, italiano inframmezzato da antiche parole siciliane... Molto bello davvero.
Ciao da Ornella.
La zia marchesa
Anonimo - 03/01/2005 10:42
3/
5
Un buon libro che racconta di una sicilia antica e dimenticata, abbandonata all'abuso prima dei Borboni e dei nobili, poi al brigantaggio, una terra che non conosce mai veramente l'unità d'Italia.
I veri protagonisti e i veri eroi sono la povera gente che lavora e soffre e si accontenta di vivere e sognare la vita dei ricchi perchè non ha il tempo di godere della propria.
La zia marchesa
Irene - 12/12/2004 14:23
4/
5
Un libro da leggere assolutamente,ve lo consiglio. Capace di ricreare perfettamente le atmosfere,catapultarti nella vita di palazzo Safamita,passando dalle cucine,piene delle stridule e mai paghe voci delle donne,alle sale di rappresentanza.Bello il linguaggio intessuto di sicilianismi che,come precisa l'autrice,sono ormai entrati a far parte della lingua italiana.
Costanza è un grande personaggio.
Leggetelo,non ve ne pentirete!
La zia marchesa
Anonimo - 12/10/2004 16:49
5/
5
Ha saputo creare una bella atmosfera da gattopardo, Costanza mi ha coinvolto nelle sue grandi tristezze e
poche gioie. Mi è piaciuto moltissimo
Anonimo - 02/03/2005 21:44
Anonimo - 03/01/2005 10:42
Irene - 12/12/2004 14:23
Anonimo - 12/10/2004 16:49