E gelida l'acqua. Mi entra nelle ossa. Non riesco a liberare la stazza dall'acqua. Uso tutta la mia forza e la mia agilit ma la lancia resta piena. E cado. Ho paura. E notte fonda e fa freddo. Siamo a quaranta miglia da Lampedusa e, se non riesco a farmi sentire subito, mi lasceranno qui e sar la fine. Non voglio morire cos. Non a sedici anni. Il panico sta per impadronirsi di me e comincio a urlare con quanto fiato ho in gola, cercando di rimanere a galla e di non farmi trascinare gi da questo mare che ci consente di sopravvivere ma che pu anche decidere di abbandonarci per sempre. "Patri" urlo. "Patri." Lui al timone e non mi sente. La fine si avvicina, penso. Poi qualcosa accade... Ci che non potevo sapere allora che non solo quella notte sarebbe rimasta per sempre impressa nella mia mente ma che la mia esistenza sarebbe stata segnata da un mare che restituisce corpi e vite e che sarebbe toccato proprio a me salvare quelle vite e toccare per ultimo quei corpi. Pietro Bartolo il medico che da oltre venticinque anni accoglie i migranti a Lampedusa. Li accoglie, li cura e, soprattutto, li ascolta. Queste pagine raccontano la sua storia: la storia di un ragazzo mingherlino e timido, cresciuto in una famiglia di pescatori, che si duramente battuto per cambiare il proprio destino e quello della sua isola. E che, non dimenticando le difficolt passate, ha deciso di vivere in prima persona quella che stata definita la pi grande emergenza umanitaria del nostro tempo.