Lucas Moro credeva di avere una vita perfetta; una bella moglie, un lavoro prestigioso e tutti gli inutili feticci della modernità a colmare i vuoti della sua esistenza. Ma dopo un improvviso licenziamento, gli appaiono ombre demoniache e paurose che sembrano scaturire dalle antiche pietre di Venezia. Ombre che seguono le persone e che soltanto lui riesce a vedere. La società lo ha alienato al punto da trasformarlo in uno psicopatico? Sta diventando pazzo o la città dei Dogi custodisce un indicibile segreto?
Recensione di Ginevra dell'Orso
Siamo oramai così abituati a dare per scontata la nostra solida routine e i nostri "umani" valori, da non pensare mai che, da un momento all'altro, tutto il nostro assetto potrebbe cambiare: è quello che accade a Lucas, il protagonista di "Le ombre", in un ordinario giorno da impiegato. Un cambiamento che parte da un evento materiale, come il suo licenziamento, e si abissa in quello interiore, dove il confine tra realtà e immaginazione diventa sottile e incalzante.
Sullo sfondo, una città intrisa di magia e mistero come Venezia, con le sue calli, i suoi canali, le sue piccole isole e i fantasmi di un passato glorioso. Al centro della storia, un vorticoso percorso esistenziale, il dilemma tra la cruda consapevolezza e la rassicurante ignoranza, che si snoda tra le pagine di un racconto visionario, a metà tra Castaneda e Matrix.
"Le ombre" di Federico Povoleri è un libro che piace, che cattura il lettore, che lo trascina dentro ai pensieri del protagonista, fino a farlo diventare un'unica entità; piace lo stile ritmato con cui si legge tutto di un fiato fino alla fine. Piace il rimbalzo tra passato e presente, tra scienza e magia, tra ombre e solidi personaggi incombenti, proprio come il ticchettio dell'orologio che tanto disturba Lucas.
Consiglio vivamente questo libro, il cui finale lascerà decisamente un profondo segno.
pinguino82 - 12/09/2018 06:29