«Passando attraverso le diverse esperienze della conoscenza e della scienza, Florenskij approda progressivamente ai fondamenti spirituali della sapienza e della mistica cristiana, che egli esplora anche attraverso l'esperienza vissuta dai primi Padri del deserto, evocata dalle testimonianze e dai loro scritti ascetici. La verace esperienza spirituale vissuta da Antonio, padre di tutti i monaci e modello originario dell'ascesi cristiana, viene riproposta dal filosofo russo salvandola dal baratro nichilista verso il quale la sospinge il celebre romanzo di Flaubert, ma anche da ogni deriva positivista e laicista. Già a partire dalla figura di Antonio il monachesimo appare come attraversato da quelle luci e ombre che animano e scuotono il mondo, ma sempre nella costante tensione antinomica tra attesa e compimento, memoria e profezia. Antonio lascia trasparire, nella sua estrema nudità, la cifra segreta che lo inabita, l'eschaton verso il quale è perennemente rivolto.» (dallo scritto di Natalino Valentini)