"Legno d'ulivo" è un libro ambientato in un paese del Sud Italia, uno qualsiasi. L'autore, infatti, non definisce la località in cui si svolge la storia narrata. In tal modo, la fantasia del lettore non viene imbrigliata in angusti perimetri spazio-temporali ma viene semplicemente accompagnata, attraverso un'incalzante narrazione descrittiva e ricca di dialoghi, alla scoperta del Mezzogiorno: dalle forme dialettali e dai banchetti luculliani al modo di vivere tipico della realtà meridionale (ritmi lenti e pacati, toni ossequiosi e reverenziali, sincero sentimento religioso misto a latente bigottismo). Tuttavia, l'autore non si ferma ad una sagace rappresentazione dei tratti peculiari del "dire" e del "fare" meridionali: andando avanti nella lettura, grazie alla forte caratterizzazione dei personaggi, la vicenda si smaterializza sempre di più assumendo tratti universali e offrendo significativi spunti di riflessione. Riflessione che segue al riso suscitato dalla narrazione divertente. E proprio la capacità di divertire il lettore è, a mio parere, un altro pregio non indifferente del romanzo. La scelta della forma teatrale, insieme alla minuziosa descrizione dei personaggi e dei luoghi, agevola senz'altro la lettura delle 177 pagine del romanzo (e non 144 come erroneamente indicato sul sito). Complimenti all'autore!
Anonimo - 14/05/2005 09:50