Sette stanze. Sette personaggi: Valeria, Andrea, Nua, Luca, Ilana, Milène, Flavio. Sette confessioni. Un unico trait d'union: il piacere. Le stanze oscure. Sono quelle fisiche, dove s'intrecciano in spirali proibite corpi avvolti e assolti dall'ombra - perché non è essenziale il vedere quanto il godere. Sono le stanze mentali, dove i germi delle fantasie più indicibili giacciono in attesa di un segnale, che infiammi le pulsioni ancora cristallizzate sotto forma di immaginazione. Il sesso, l'amore; una compresenza sognata e forse destinata alla negazione? Il Leitmotiv è sempre lo stesso: aprire quella stanza delle fantasie inconfessabili per capire che oltre al sesso esiste qualcosa di più, e vale la pena cercarlo, perché in fondo "le persone felici su questa terra sono quelle a cui le carezze non mancano".
"Les Chambres Noires" di Francesca Valeria Poli è il classico libro che ti fa venire voglia di riconsiderare le tue scelte di vita. Tipo: perché diavolo ho deciso di leggerlo invece di prendermi a martellate sulle ginocchia? Sarebbe stato meno doloroso e probabilmente più edificante.
La Poli scrive con la delicatezza di un camionista ubriaco in retromarcia: zero pietà, zero filtri, zero possibilità di uscirne illesi. Ogni racconto è un viaggio nel grottesco, e non il tipo di viaggio che prenoti con entusiasmo, ma più quello che fai quando sbagli treno e ti ritrovi nel quartiere più malfamato della letteratura.
Le atmosfere sono talmente oscure che se il libro fosse una stanza, persino Batman si rifiuterebbe di entrarci. I personaggi? Un assortimento di disgraziati che fanno sembrare la tua vita meno deprimente, il che è un traguardo, considerando che sei qui a leggere questa recensione invece di fare qualcosa di produttivo.
Il peggio è che il libro è dannatamente coinvolgente. La scrittura è affilata come la lingua di una suocera rancorosa, e ogni storia ti trascina sempre più giù nell'abisso. E tu, invece di smettere, continui a leggere, come un masochista letterario che sa benissimo che il prossimo racconto sarà ancora più crudele, eppure bam, eccoti lì, a voltare pagina come un idiota felice di soffrire.
Consigliato a:
Chi trova divertente guardare il proprio riflesso mentre crolla emotivamente.
Gente con un umorismo talmente nero che, al confronto, un buco nero sembra una luce LED.
Chi vuole un libro che ti guarda dall'angolo della stanza e sussurra: Ti facevi meno male con Fabio Volo.
Sconsigliato a:
Anima fragile, cuori di panna e lettori che pensano che il mondo sia un posto carino e accogliente. Siete pregati di tornare ai libri di auto-aiuto.
Ottimisti cronici: questo libro potrebbe uccidere l'unico neurone felice che vi è rimasto.
Insomma, "Les Chambres Noires" è il libro che non consiglierei a mia nonna, ma che consiglierei a chiunque voglia ridere mentre il mondo brucia. Francesca Valeria Poli, complimenti: hai scritto qualcosa di così brillante e malato che, se l'inferno ha una biblioteca, di sicuro questo libro è sullo scaffale d'onore.
monica_rossini - 25/02/2025 15:11