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Lettere di guerra al cardinale di Bologna. Incursioni aeree, rastrellamenti, eccidi
Lettere di guerra al cardinale di Bologna. Incursioni aeree, rastrellamenti, eccidi

Lettere di guerra al cardinale di Bologna. Incursioni aeree, rastrellamenti, eccidi


pubblicato da Il Pozzo di Giacobbe

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Nel periodo della seconda guerra mondiale - dal 10 giugno 1940 all'8 settembre 1943 - l'Italia ha vissuto, come buona parte delle nazioni, una tragedia immane: milioni di soldati mandati al massacro, vite spezzate per i disegni criminali di alcuni dittatori, devastazioni immotivate ed irreparabili. Ma per certi aspetti il dramma che si è consumato tra l'armistizio dell'8 settembre e la liberazione dai nazifascisti è stato più incisivo e penetrante nella memoria collettiva del popolo italiano: perché ha portato la guerra "in casa", dando la stura alla violenza vendicativa. "Il fronte" si è trasferito improvvisamente nel cortile di casa, sul sagrato della chiesa, sotto il portico del comune. Tutti, e non più solo i soldati, cominciarono a vivere nel terrore di essere assaliti e uccisi. Il volume di Alberto Mandreoli documenta in modo impressionante la situazione di quei due anni, nei quali l'Italia del Nord - e nello specifico il territorio del bolognese - visse questo dramma. Le fonti qui raccolte e commentate ruotano attorno alla figura del Cardinale Giovanni Battista Nasalli Rocca, al quale toccò di guidare l'arcidiocesi di Bologna nel difficilissimo trentennio 1921-1952: vivendo cioè per intero l'ascesa al potere e la dittatura di Mussolini, la seconda guerra mondiale, la Resistenza e la prima ricostruzione post-bellica. Un periodo di tensioni eccezionali ed inaudite rovine materiali e morali. Nasalli Rocca non amava i proclami e le prese di posizione dure, anche perché conosceva per esperienza di quali ritorsioni siano capaci gli aguzzini, verso i deboli, quando avvertono il fiato sul collo di altri "potenti". E il Cardinale sentiva certamente l'enorme peso morale del suo ruolo. A Nasalli Rocca deve essere riconosciuto il merito di essere rimasto a Bologna durante l'intero periodo della Resistenza; e non stette certo fermo. Le lettere testimoniano il suo costante interessamento per la sorte delle persone che si rivolgevano a lui, direttamente o indirettamente. Intercedeva presso le autorità civili, si interponeva a decisioni ingiuste, cercava i contatti che potessero salvare il maggior numero di vite possibili.

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