Una donna di 86 anni, ex staffetta partigiana, scrive una lunga lettera a una ragazza incontrata per caso su un autobus. E una lettera appassionata e delicata sull'adolescenza, la scoperta del corpo, del sesso e della libertà. La vita partigiana si contrappone ai recenti scandali sessuali, alla constatazione che oggi, per molte, libertà significa libertà di mettere all'incasso la propria bellezza. Com'è potuto accadere, si chiede Marisa Ombra, che lo slogan femminista "il corpo è mio e lo gestisco io" si sia ribaltato in una nuova schiavitù? Senza moralismo, ma con rigore e amore, l'autrice racconta la liberazione delle donne e rievoca senza reticenze la propria anoressia, gli amori tra ragazzi e ragazze in montagna, e il senso di pericolo e futuro da cui tutti si sentivano uniti. Una lezione di vita e d'orgoglio, detta ad alta voce, senza punti esclamativi.