L'unico che non ci ha fatto la predica è stato il cardinale Martini, mi dissero due dei miei figli che nell'agosto del 1993 parteciparono alla Giornata mondiale della gioventù di Denver (Stati Uniti). Ho ascoltato più volte il cardinale negli incontri con i giovani, e mi sono fatto l'idea che c'è un triplice segreto dietro la sua capacità di parlare alle nuove generazioni: si mette in loro, procede schiettamente, presenta il vangelo. Ragiona sulle difficoltà a credere che possono avere oggi i ragazzi di vent'anni facendole sue. Non guardandole dall'alto e parlando come parla chi già conosce le risposte. Non discute la crisi di fede dei contemporanei, ma chiede a se stesso come a uno dei contemporanei e cerca con loro e a loro nome la risposta. Sa correre dei rischi: il rischio di esporsi, di essere frainteso, di finire tutto accusa. Non presenta una sua dottrina, né segue un particolare metodo catechistico, ma propone il Vangelo. Per la Scrittura egli è vissuto, si può dire: per aiutare quanti gli erano affidati a leggerla e a viverla. (Luigi Accattoli)
Liberi di credere. I giovani verso una fede consapevole
Anonimo - 29/03/2009 17:39
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La lettera del cardinal Martini ai giovani che non incontro (non particolarmente conosciuta e valorizzata) l'ho ritrovata, riscoperta, rivalutata in apertura di questo volume. Questa lettera la considero ancora molto attuale per i giovani ma non solo anche per chi come me nel 1990 (allora ventenne) fu sollecitato per la prima volta leggendo questa lettera e che ora diventato padre vorrebbe che questa lettera possa spronare Marco mio figlio quasi adolescente. Tre sono le proposte ai giovani del cardinal Martini: la prima è lasciarsi interrogare sulle verità che stanno nel profondo del cuore; la seconda è conoscere Gesù (solo conoscendolo lo sentirai vicino, amico, vivo, ...); la terza è fare qualcosa di concreto per gli altri. Luca (Varese)
Liberi di credere. I giovani verso una fede consapevole
Anonimo - 29/03/2009 17:38
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Nel libro "Conversazioni notturne a Gerusalemme", l'autore, incalza il cardinale con continue domande rivolte ai giovani su temi esistenziali, mentre in questo nuovo libro dell'editrice In dialogo troviamo le radici profonde che hanno portato a riflettere le idee del cardinale, ad avere questo atteggiamento molto libero e fiducioso nei confronti dei giovani, anche se preoccupato di quelli che si arrendono. Sono due volumi da leggere in parallelo. L'uno dà una prospettiva, il secondo è capace di andare in profondità". Marta
Liberi di credere. I giovani verso una fede consapevole
Anonimo - 27/01/2009 19:12
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<< L'unico che non ci ha fatto la predica è stato il cardinale Martini>>, mi dissero due dei miei figli che nell'agosto del 1993 parteciparono alla Giornata mondiale della gioventù di Denver (Stati Uniti). Ho ascoltato più volte il cardinale negli incontri con i giovani, e mi sono fatto l'idea che c'è un triplice segreto dietro la sua capacità di parlare alle nuove generazioni: si mette in loro, procede schiettamente, presenta il Vangelo. Ragiona sulle difficoltà a credere che possono avere oggi i ragazzi di vent'anni facendole sue. Non guardandole dall'alto e parlando come parla chi già conosce le risposte. Non discute la crisi di fede dei contemporanei, ma chiede a se stesso come a uno dei contemporanei e cerca con loro e a loro nome la risposta. Sa correre dei rischi: il rischio di esporsi, di essere frainteso, di finire tutto accusa. Non presenta una sua dottrina, né segue un particolare metodo catechistico, ma propone il Vangelo. Per la Scrittura egli è vissuto, si può dire: per aiutare quanti gli erano affidati a leggerla e a viverla. (Luigi Accattoli)
Anonimo - 29/03/2009 17:39
Anonimo - 29/03/2009 17:38
Anonimo - 27/01/2009 19:12