Maschera bianca da manichino, parrucca rosso fuoco, voce camuffata dal distorsore: Laika (come la cagnetta che fu lanciata nello spazio sullo Sputnik sovietico) ha animato i muri di Roma negli ultimi anni pandemici con poster e murales che urlano la sua indignazione civile (il più noto ÿ quello che immagina un abbraccio tra Giulio Regeni e Patrick Zaki). Due anni di battaglie della street artist dall⿿identità misteriosa, seguita nelle sue sortite notturne dalla macchina da presa di Antonio Valerio Spera, che mescola con spirito pop anche frammenti dei video-appunti di Laika, interviste ai destinatari dei suoi messaggi, materiali di repertorio sugli argomenti ⿿caldi⿿ trattati dall⿿artista e, naturalmente, le sue opere.