Da questi ultimi componimenti poetici di Miguel Barbosa emerge la Lisbona perduta, quella della giovinezza, dei profumi e dei colori di un passato ormai lontano, in netto contrasto con la città "moribonda" e "violentata" di oggi, esteticamente uguale a tante altre, uniformata, disarmonica. Mediante la nostalgia, il poeta si distacca dall'insopportabile presente e trascendendo il dato autobiografico fa della sua ultima opera poetica, che è anche un grido d'amore per la sua città, una riflessione sull'esistenza umana e sul rapporto tra l'uomo e l'enigmatico mondo che lo circonda.