"Non ci resta che ridere, care Madame Sbatterflay. Anche se lo spread sale e il Walter scende, e a noi rimane solo il bandolero stanco, il nostro bell'addormentato nei boxer." Ci deve essere un motivo per cui Luciana Littizzetto è la comica più letta d'Italia. Forse perché nessuno, come lei, riesce a mettere a fuoco i nostri grandi difetti e le nostre piccole debolezze. Perché nei suoi monologhi sono ugualmente nudi il re e tutti i suoi sudditi. Perché, anche in questo nuovo libro, parlando della Jolanda e degli altri paesi bassi, crea una visione del mondo (una walterschauung) tutta sua, capace di compiere un miracolo: farci divertire anche quando non c'è proprio niente da ridere.
2012 e la storia si ripete. Stessa solfa di quattro anni prima, stesse battute, stessi argomenti, stesso modus operandi di una Littizzetto che stanca e spesso annoia con la solita regolarità della Marcuzzi, gli uomini di Eli, George, la Carlà Brunì ecc Qui dominano Monti e le sfumature di grigio e si ride sempre meno. Risatine al Ken con la chierica e che si misura la pressione e rispetto quando si afferma che un uomo che picchia una donna in realtà non lama. Convintissimo anchio. Per il resto, senza infamia e senza lode.
Antonio Mascia - 13/05/2015 02:34