Madame de Treymes si colloca, cronologicamente, in un punto cruciale della vita e dell'arte di Edith Wharton, nel 1907, due anni dopo la pubblicazione del suo primo romanzo, "La casa della gioia", e in quello del trasferimento della scrittrice americana a Parigi, avvenuta sotto l'egida dell'amico e 'maestro' Henry James. E proprio ai temi e ai modi tipicamente jamesiani della 'international situation' si ispira la vicenda del giovane americano a Parigi, John Durham, che, coinvolto nelle difficoltà del divorzio tra la conterranea Fanny Brisbee, da lui amata, ed il nobile Monsieur de Malrive, affida le speranze di buon esito alla cognata di lei, Madame de Treymes. L'incontro, o lo scontro fra due culture assai diverse, l'americana e l'europea; ed è insieme il suggestivo confronto di due mondi destinati a contaminarsi a vicenda, anche perché nell'ottica dei colti americani di quegli anni il mondo europeo è polo simultaneo di attrazione e repulsione. E qui è evidente il richiamo autobiografico della stessa scrittrice: giacché, come scrive Attilio Brilli, "qui giacciono le sue radici lontane, qui sono disseminati i segni di un'identità perduta... In questo senso, c'è effettiva soluzione di continuità, malgrado le differenze di ambiente, di ceto e di stagione artistica, fra Hawthorne, James e la Wharton. Anzi, novelle come "Madame de Treymes" sembrano, nella loro icasticità, mostrare come si possa superare il maestro - Henry James - o aspirare a una propria originalità, recandogli un geniale e fedele tributo".