Mondadori Store

Trova Mondadori Store

Benvenuto
Accedi o registrati

lista preferiti

Per utilizzare la funzione prodotti desiderati devi accedere o registrarti

Vai al carrello
 prodotti nel carrello

Totale  articoli

0,00 € IVA Inclusa

Max Leopold Wagner. Fotografie della Sardegna di un linguista antropologo. Catalogo della mostra (Nuoro, 25 maggio-30 settembre 2018). Ediz. illustrata - Felice Tiragallo - Salvatore Novellu
Max Leopold Wagner. Fotografie della Sardegna di un linguista antropologo. Catalogo della mostra (Nuoro, 25 maggio-30 settembre 2018). Ediz. illustrata - Felice Tiragallo - Salvatore Novellu

Max Leopold Wagner. Fotografie della Sardegna di un linguista antropologo. Catalogo della mostra (Nuoro, 25 maggio-30 settembre 2018). Ediz. illustrata

Felice Tiragallo - Salvatore Novellu
pubblicato da Ilisso

Prezzo online:
49,00
Prodotto acquistabile con Carte Cultura, 18App e Carta Docente
Esaurito
Consegna gratis da 5€
Condividi
facebook tweet linkedin whatsapp
Esaurito
Consegna gratis da 5€
Condividi
facebook tweet linkedin whatsapp

Questa esposizione - che più in generale vuole essere un omaggio all'incommensurabile impegno di Max Leopold Wagner verso la Sardegna - individua quattro temi narrativi all'interno di un più vasto corpus documentale: "La donna sarda" e il lavoro "L'uomo sardo e il lavoro. Vita quotidiana in Sardegna", "Villaggi e città della Sardegna". Vi sono presentate oltre 80 fotografie raffiguranti la vita in alcune località nelle quali il linguista antropologo si è maggiormente soffermato; da lui definite come "punti", le più emblematiche e rappresentative del mondo agro-pastorale sardo. Le immagini sottolineano il suo modo totale di accostarsi alle comunità, compiutosi assecondando dapprima istintivamente una personale inclinazione poi diventata metodo scientifico («un occhio ai libri, due alla vita», J.W. Goethe): immergersi il più a lungo possibile nel sociale più primitivo, fra la gente che non avesse «un certo grado d'istruzione», intercettando nel linguaggio la «struttura sintattica della frase», sentendo con essa il pensiero, arrivando quindi in profondità ai caratteri coi quali entrava in contatto. Dunque non volle essere mero compilatore di «una lista di parole» ma conoscitore dall'interno della cultura che andava esaminando. Spostandosi a cavallo o in bicicletta - soggiornò praticamente sull'intero territorio regionale in ripetuti viaggi dal 1905 al 1927 -, Wagner ebbe a ribaltare tanti luoghi comuni intorno ai sardi, comprendendo e descrivendo gli isolani con tale acutezza (padroneggiava il dialetto cagliaritano ma anche gli altri, e si rivolgeva alle persone nel loro stesso linguaggio) da sentirsene parte. Usò una camera 9 x 12 ma, quantunque si sia avvalso del cavalletto, le sue fotografie sono spesso sfocate e appaiono difformi per qualità se guardate nell'intero corpus. La connotazione tecnico formale in Wagner non è scevra da una certa trascuratezza o imperizia tecnica, cui sono da imputare i numerosi difetti delle immagini, ossia sfocatura, sovra e sottoesposizioni, mossi, impronte digitali sulle emulsioni, graffi e abrasioni dei negativi, non sempre dovuti a una scorretta conservazione. Sembrerebbe quasi che lo studioso, nell'indiscutibile serietà del suo impegno scientifico, dichiari uno scarso interesse per la parte tecnica dell'operazione fotografica. Max Leopold Wagner visiterà e studierà numerose località della Sardegna, per molte delle quali non ci sono rimaste documentazioni fotografiche. Questa mostra, anche rispetto al catalogo, riporta una selezione delle immagini che Wagner dedicò anche ai centri urbani, posto che si evince sia dagli scritti, sia dalla casistica degli scatti, come l'autore avesse una primaria predilezione per i villaggi rurali piuttosto che per le città quali Sassari e Cagliari, le cui dinamiche, condizionate da sempre dalla maggiore frequenza degli scambi con l'esterno, sono stati di minore interesse per il glottologo antropologo. Esisteva probabilmente una tipologia di approccio fotografico documentale da parte del tedesco, arrivata a noi frammentata e con vistosi ammanchi, prassi per di più non dichiarata ma solo intuibile. Il primo livello era quello più ampio possibile: il villaggio veniva fotografato da lontano nel suo insieme, immerso nel paesaggio; successivamente l'immagine si ravvicinava sempre più e, laddove possibile, entrava nelle strade e cercava, passo più difficile, di varcare la soglia delle abitazioni, posandosi infine sugli abitanti e le loro svariate strumentazioni.

Dettagli down

Generi Arte Beni culturali e Fotografia » Cataloghi di mostre » Fotografia » Fotografia: ritratti , Politica e Società » Sociologia e Antropologia » Antropologia sociale e culturale, etnografia

Editore Ilisso

Collana Fotografia

Formato Rilegato

Pubblicato 22/11/2018

Pagine 227

Lingua Italiano

Isbn o codice id 9788862023634

torna su Torna in cima