Gesù di Nazareth è davvero risorto? Oppure il suo cadavere è stato misteriosamente occultato? Un sacerdote, non più giovanissimo, e una studiosa di letteratura antica indagano sulla veridicità di un papiro contenente una sconcertante confessione di Pontius Pilatus, che potrebbe minare la plausibilità delle testimonianze evangeliche. In un vortice di mistero e passione, tra desideri proibiti e sensi di colpa, questo percorso di profonda crescita umana e spirituale ci condurrà alle incerte origini della cristianità.
Devo un grazie a un amico che mi ha regalato il libro, acquistandolo da questo sito.
Un romanzo che già si era guadagnato la visibilità vincendo il Concorso Letterario Alberoandronico.
Si tratta di una storia atipica, la cui peculiarità sta proprio nell'impossibilità di classificarla secondo i classici generi narrativi.
Intanto occorre un accenno all'avvincente trama che si apre col trasferimento di un prete, prima missionario in Africa, ad un paesino del viterbese. Lì verrà a conoscenza dell'inquietante morte del predecessore, anziano parroco, un tempo rinomato storico della Chiesa, nonché traduttore ed esegeta dei testi evangelici e delle fonti dottrinali cattoliche.
E qui il lettore si troverà fatalmente attratto ed impelagato nei misteri sapientemente introdotti e solo in parte svelati, con l'ambigua ma raffinata tecnica del giallo d'autore.
Il drammatico segreto ruota intorno alla presunta scoperta nella biblioteca vaticana di Viterbo (la fatidica Città dei papi che dal 1257 al 1281 sostituì Roma come sede pontificia) di un antico papiro romano, in cui Ponzio Pilato riferisce all'imperatore Tiberio di aver dovuto traslare e occultare la salma di Gesù onde evitare sommosse dei ribelli Zeloti.
Quel che pareva un semplice giallo, spalanca a precipizio le porte ad eventi incontrollabili, in grado di sconvolgere le fondamenta del cristianesimo, a partire dal dogma della risurrezione.
E l'autore in questo ardito salto narrativo, si addentra con disinvoltura nell'intreccio, tra aggiramenti di responsabilità, omissioni, depistaggi, smarrimenti, sensi di colpa. Sullo sfondo emerge la figura del missionario, protagonista involontario dell'indagine che lo metterà di fronte al dubbio, con l'inevitabile crisi mistica, aggravata dal sorgere della passione amorosa verso la seducente latinista che lo affianca nelle sue ricerche.
Che dire?
Sarà merito di uno stile di scrittura tradizionale, decisamente accurato e sempre scorrevole, ma debbo confessare, da scettico e smaliziato lettore col culto della distanza critica dal testo, di essere caduto nelle insidiose trappole di un callido narratore, ma, dulcis in fundo, ne valeva davvero la pena.
Maxima secretus est ecclesiae
severo1971 - 08/07/2020 06:34
5/
5
Una storia struggente, che mi ha fatto divorare le pagine per conoscere più e meglio i personaggi, con i loro turbamenti, i loro sogni.
La visione che mi si è aperta sull'interiorità dei protagonisti mi ha toccato profondamente. Quasi avvertissi quei sentimenti come miei, avendone la percezione diretta.
A tratti commovente.
Interessante l'ipotesi sulla mancata risurrezione di Gesù.
Maxima secretus est ecclesiae
annapel2 - 02/07/2020 06:37
5/
5
Una scrittura tesa come la corda di un violino, che a ogni pagina mostra personaggi carichi di umanità, genuini, che si muovono sulla scena con naturalezza.
L'autore evita inutili digressioni, nel romanzo ogni situazione, anche minima, ogni parola e azione dei personaggi acquistano una funzione precisa, una sorta di necessità. Ne risulta una lettura appagante e soprattutto fluida. E' un libro che una volta finito di leggere non puoi chiuderlo e dimenticarlo facilmente, ti rimane addosso.
francogorreri - 30/07/2020 10:41
severo1971 - 08/07/2020 06:34
annapel2 - 02/07/2020 06:37