La Metafisica è forse il più celebre trattato di filosofia, pietra miliare nella storia del pensiero occidentale, testo fondante della speculazione filosofica. E d'altro canto noto che "metafisica" non è termine aristotelico, ma indica, con espressione ambivalente, "le opere che vengono dopo quelle della fisica", e anche quella parte della dottrina che attiene alle realtà "ultrasensibili", al di là della realtà diveniente. In questo testo Aristotele avvia la creazione di una scienza dell'"ente in quanto ente", sviluppandola attraverso l'analisi delle cause e dei princìpi primi, della sostanza, della potenza e dell'atto e dei motori immobili, temi che attraversano l'intero corso della speculazione occidentale. La presente edizione offre un'ampia introduzione, nella quale si ripercorrono le linee fondamentali dell'esegesi novecentesca della metafisica e si delineano i capisaldi dottrinali dell'opera. Presenta inoltre una puntuale traduzione, un vasto commento storicofilologico e un utile indice dei termini e dei concetti.
Insieme a quella di Reale, a mio avviso la migliore edizione oggi disponibile in lingua italiana. Il traduttore è talvolta un poco ridondante, ma il pregio forse maggiore di questa edizione risiede nell'attenzione prestata alla storia delle letteratura critica, soprattutto ma non solo del Secondo Novecento, sia in sede di introduzione all'opera che di commentario, beninteso, senza far mancare la propria puntuale chiave interpretativa. Ha questo pregio, oltre a quello della praticità (minori dimensioni e il tutto in due volumetti distinti), rispetto all'edizione di Reale, che viceversa si distingue per un'impostazione editoriale e una paginazione di insuperata chiarezza, oltre alle ben maggiori dimensioni dei caratteri tipografici (cosa che d'altra parte si sconta rispetto alla maneggevolezza complessiva del volume).
Carlo Mozzoni - 03/05/2018 16:40