Lavorando di forbici Margaret Atwood ci regala trentacinque piccole perle narrative costruite per sottrazione e sintesi originale di un materiale umano e letterario sconfinato: fiabe, apologhi, dialoghi di fantascienza, fantapolitica, fantaletteratura, monologhi incalzanti, dialoghi serrati. Ne risulta una micronarrativa che ci restituisce con implacabile accuratezza e chirurgica precisione l'essenza e il paradosso della realtà. I personaggi più disparati affollano queste storie di vita, ciascuno portando un tassello al puzzle di una verità ogni volta sorprendente. Incontriamo vestiti dismessi, vecchie foto, la voce ribelle di una cantante, i giovani ambiziosi, le mamme di una volta, un gatto in paradiso, un bambino abbandonato sulla chioma di un albero...
L'autrice scava nelle tensioni, diventa surreale, sconcertante, spiazzante, elettrizzante.
E' uno dei pochi libri in circolazione che merita attenzione, che cattura la mente e la deforma, la imprigiona la sconvolge e la coinvolge allo stesso tempo.
Neorealista, astratta, la scrittura di Margaret Atwood è un capolavoro ad ogni pagina... è stupore. Lo consiglio a chi non ha mai letto nulla dell'autrice, che per la prima volta si avvicina alla grande signora della letteratura canadese.
Daniele Bertoni - 14/03/2006 16:43