Poco più di ventiquattro ore della vita di Ismaele Buonocore, manager industriale. Maggio 2033; la crisi del modello occidentale ha travolto ogni cosa, il terrorismo ha causato mostri e persino il suolo, maltrattato per decenni, si ribella. La società post-industriale è dominata dal Nemolok (Nemo), entità dispotica subdolamente pervasiva e politicamente indefinita, nemica di culture e libri; a esso tutto si riferisce: istituzioni, forze dell'ordine, tribunali, sindacati, rete informatica, testate giornalistiche, radiofoniche e televisive. Un mondo irto di muri e divisioni in cui tutto è omologato, senza spazio per sogni e giovani. Il pianeta, sconvolto da cataclismi naturali, provoca migrazioni di interi popoli inermi. Eppure la vita pare scorrere normale. Scosso dallo spettro di recenti traversie di fabbrica e di fosche prospettive, Ismaele imbraccia un fucile e si asserraglia nel suo ufficio per una notte. La mattina seguente, incurante delle forze dell'ordine in tenuta antisommossa pronte a intervenire, Ismaele racconta a sé stesso brandelli di storie di lavoro e di passione. Poi, l'inimmaginabile epilogo.
Mi è piaciuto molto. Un libro attuale nonostante l'ambientazione futura. Si riconoscono problemi e inquietudini del presente. Da non perdere. Leggetelo. Consiglio. Sonia
Munscià
inesgarz - 01/08/2018 15:02
5/
5
Sono una giovane cui non piacciono i romanzi distopici: preferisco leggere la realtà dell'oggi. Per questo ho comprato con diffidenza Munscià, romanzo di uno sconosciuto (Teresio Asola), solo attratta dal titolo, dal nome strambo dello scrittore e dalla copertina con caratteri cinesi: l'estate induce a leggere cose insolite.
Sfogliandolo mi sono ritrovata in un domani per nulla fantascientifico. Ho riconosciuto il nostro presente nel futuro che fa da sfondo alla vicenda del protagonista (un dirigente asserragliato in azienda per un gesto disperato): in un mondo in crisi, leader arroganti sventolano bandiere gialloverdi nel nome del nuovo e urlano slogan contro migranti, tasse, libri e precedenti governanti, e a favore di armi e onestà. Eletti, eliminano dalle loro urla gli appelli contro le tasse e per l'onestà. Il libro pare scritto oggi, e non anni prima che i movimenti populisti e del cosiddetto cambiamento salissero al potere in troppi angoli del mondo.
La vicenda principale scorre in una società orwelliana da Grande Fratello, nemica dei libri come in Fahrenheit 451: un mondo sconvolto da cataclismi, muri e divisioni, incapace di regalare orizzonti ai giovani. Una società in crisi di civiltà e cultura, come l'attuale, nella quale il mostro distopico siamo noi che permettiamo tutto questo. Solo il sogno di apertura al mondo di un ragazzo offrirà un riscatto, nel finale a sorpresa. Voglio essere come lui e non come chi ci governa.
Ines Garzolli (Milano)
soniacre - 31/05/2019 10:39
inesgarz - 01/08/2018 15:02